Un gruppo di laici della Rete Laudato si' riunito alla Montanina di camperio (20.8.2022)
Ticino e Grigionitaliano

Da Camperio un messaggio di pace lanciato dalla Rete ticinese Laudato si'

Per la seconda volta nella bellissima cornice montana di Camperio, (valle di Blenio), si è svolta la seconda edizione della Summer school organizzata dalla Rete Laudato si’ che riunisce al suo interno una ventina di associazioni di ispirazione cristiana attive sul territorio. Quest’anno, il tema proposto era: «La pace in un mondo di guerra: etica, dialogo, meditazione» e i professori Gaia de’Vecchi, Silvia Vegetti-Finzi, Markus Krienke, Ernesto Borghi, il già procuratore generale Bruno Balestra e don Marco Dania gli ospiti invitati a sviscerarne i diversi aspetti. Ad Alessandro Simoneschi, coordinatore della Rete, è spettato il compito di fare gli onori di casa e di cucire insieme i diversi momenti della giornata. Sin dal primo intervento è apparso chiaro a tutti che non si può parlare di pace senza interrogarsi anche sul suo opposto: la guerra. Ed Ernesto Borghi si è assunto il compito dapprima di cercare e poi di spiegare i passi in cui la Bibbia parla di guerra e di pace, per cercare di vedere come la violenza -che è presente nelle Scritture- vada interpretata e soprattutto contestualizzata con i moderni strumenti di un’esegesi biblica in continua evoluzione.

Gaia De Vecchi, docente di teologia morale dell’Università cattolica di Milano, nel suo intervento ha mostrato come concetti quali «guerra giusta» o «legittima difesa» siano cambiati nel tempo, insieme ai cambiamenti dei conflitti tra i popoli e delle armi impiegate. Se ai tempi di Sant’Agostino le guerre si combattevano a suon di spade e coinvolgevano un numero estremamente circoscritto di uomini, nel corso dei secoli la riflessione ha dovuto tener conto dell’evoluzione qualitativa e quantitativa delle armi impiegate. Giovanni XXIII ha dovuto confrontarsi con le bombe atomiche e oggi la morte può venire portata letteralmente a «domicilio», come è di recente successo con l’ideatore dell’attentato dell’11 settembre, al-Zawahiri, ucciso da un drone a Kabul, su mandato della Casa Bianca. È questo il contesto in cui si trova, oggi, ad operare papa Francesco che ritiene la guerra – come ha avuto modo di dire e scrivere- uno strumento «inadatto» per dirimere le questioni che sorgono tra i diversi Paesi, superando in questo modo categorie quali quelle della «guerra giusta» e della legittima difesa, che ancora troviamo tematizzate nel Catechismo della Chiesa Cattolica. Con l’intervento della professoressa Silvia Vegetti-Finzi è entrato nel dibattito il fatto che conflitto e conflittualità possano avere anche un impatto positivo, soprattutto all’interno delle relazioni interpersonali e in famiglia, a patto che vengano riconosciuti e poi «agiti» consapevolmente.  L›elaborazione di sentimenti forti come la «rabbia «e la «colpa» sono stati oggetti anche dell’intervento dell’avvocato Bruno Balestra che da diversi anni ormai, ha messo la sua lunga esperienza di uomo di legge e procuratore generale al servizio della promozione della giustizia riparativa e del dialogo nonviolento. La giornata scandita da relazioni frontali, incontri interpersonali, gruppi di lavoro, momenti conviviali si è conclusa con una tavola rotonda aperta al pubblico e a cui hanno partecipato tutti i relatori della giornata e che è stata moderata con la consueta competenza e leggerezza, dal professore Markus Krienke della Facoltà di teologia di Lugano.

Corinne Zaugg/catt.ch

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21 Agosto 2022 | 13:37
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