I cardinali creati da papa Francesco il 30 settembre 2023
Papa e Vaticano

Concistoro: come papa Francesco rinnova la Chiesa

Il 30 settembre, Roma vive un importante evento nella vita della Chiesa Cattolica: il Concistoro per la creazione di 21 nuovi cardinali. Nomine tutte decise personalmente da Francesco e che segnano una tappa significativa nel suo Pontificato. Ecclesiastici provenienti da varie parti del mondo, che portano con sé una diversità di esperienze e prospettive che influenzeranno il futuro della Chiesa Cattolica. La scelta del Papa di nominare cardinali provenienti da molte nazioni testimonia il suo impegno a creare una Chiesa veramente universale, rispecchiando la vastità della comunità cattolica nel mondo.

Delle nuove porpore, 19 hanno meno di 80 anni (e quindi acquisiranno il diritto a partecipare al futuro Conclave). Papa Francesco ha sottolineato che «la loro provenienza esprime l’universalità della Chiesa, che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della Terra». Ed è proprio il concetto di «universalità» che al Papa sta molto a cuore, a riflettersi nelle scelte dei suoi dieci anni di Pontificato, puntellato da Concistori frequenti e corposi, quasi uno ogni anno, questo è il nono.

La lista dei porporati

Scorrendo la lista, si trova subito conferma dell’attenzione di Bergoglio nell’aumentare la rappresentanza di realtà ecclesiastiche periferiche, marginali e finora non tenute nell’opportuna considerazione all’interno del governo della Chiesa, in quell’ambito di aiuto e supporto al Papa: 19 elettori, 3 non elettori
Ecco i nomi: il prefetto per i Vescovi, Robert Francis Prevost; il neo-prefetto per la Dottrina della Fede, Víctor Manuel Fernández; il nunzio apostolico per l’Italia e San Marino, Emil Paul Tscherrig; il nunzio negli Stati Uniti, Christophe Pierre; l’arcivescovo di Città del Capo (Sudafrica), Stephen Brislin; quello di Cordoba (Argentina), Angel Sixto Rossi; l’arcivescovo di Bogotá (Colombia), Luis José Rueda Aparicio; quello di Lodz (Polonia), Grzegorz Rys; l’arcivescovo di Juba (Sud Sudan), Stephen Ameyu Martin Mulla; quello di Madrid José Cobo Cano; l’arcivescovo coadiutore di Tabora (Tanzania), Protase Rugambwa; il vescovo di Penang (Malaysia), Sebastian Francis; il vescovo di Hong Kong, Stephen Chow; quello di Ajaccio François-Xavier Bustillo; l’ausiliare di Lisbona Americo Manuel Alves Aguiar e il rettor maggiore dei Salesiani Angel Fernández Artime, finora semplice sacerdote.

Gli italiani sono appena due e senza nessun capo-diocesi: c’è il prefetto delle Chiese Orientali, Claudio Gugerotti e il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa. Un italiano anche fra i tre ultraottantenni, che faranno parte della sezione dei non elettori del Collegio: l’ex segretario del dicastero dei Migranti, Agostino Marchetto. Gli altri due over 80, «che si sono distinti per il loro servizio alla Chiesa», sono l’arcivescovo emerito di Cumaná (Venezuela), Diego Rafael Padron Sanchez, e il padre cappuccino Luis Pascual Dri (96 anni), confessore nel Santuario di Nostra Signora di Pompei a Buenos Aires, spesso portato a esempio dal Papa.

Una Chiesa Inclusiva
Inclusività è una parola chiave nel pontificato di Papa Francesco, e questa nomina di nuovi cardinali non fa eccezione. Tra i 21 nuovi cardinali ci sono vescovi, arcivescovi e persino un semplice sacerdote, il che dimostra la volontà di includere diverse voci all’interno della gerarchia ecclesiastica. Alcuni di loro sono noti per il loro impegno verso le questioni sociali e l’attenzione per i più vulnerabili. Questa inclusività è un segno di apertura e accoglienza da parte della Chiesa Cattolica nei confronti di una vasta gamma di prospettive.

Ad oggi, il Collegio cardinalizio è composto da 121 elettori e 101 non votanti, mentre il prossimo 30 settembre gli elettori diventeranno 138 (ben oltre la quota di 120 fissata da Paolo VI e confermata da Giovanni Paolo II ma sistematicamente disattesa) e 106 i non votanti. Va detto che il 1° ottobre supererà gli 80 anni il cardinale bengalese Patrick D’Rozario, quindi già il giorno dopo la celebrazione del Concistoro il numero dei votanti scenderà a 137. Entro la fine dell’anno, poi, altri quattro diventeranno ottuagenari, nel 2024 ulteriori 13 usciranno dal novero degli elettori, e quindi dei potenziali papabili.

In totale, in nove Concistori, Francesco avrà creato in tutto 142 porporati.

Una Chiesa Orientata alla Giustizia Sociale

Molti dei nuovi cardinali sono noti per il loro impegno a favore della giustizia sociale, dell’ecologia integrale e della promozione della pace. Questi temi sono centrali nel pontificato di Papa Francesco, che ha enfatizzato l’importanza di proteggere il creato e di lottare contro le disuguaglianze. L’arrivo di nuovi cardinali con un background di attivismo sociale potrebbe contribuire ad approfondire l’impegno della Chiesa in questi settori cruciali.

Il Concistoro di domani è un segno che il Papa Francesco sta preparando la Chiesa per il futuro. La nomina di questi 21 nuovi cardinali assicura che ci saranno leader pronti a guidare la Chiesa nelle sfide del XXI secolo. La Chiesa Cattolica è chiamata a confrontarsi con questioni come i cambiamenti climatici, la migrazione, l’evoluzione della tecnologia e le sfide sociali. Questi nuovi cardinali porteranno con sé una visione fresca e nuove energie per affrontare queste sfide.

Il Concistoro del 30 settembre 2023 rappresenta un momento cruciale per la Chiesa Cattolica. L’annuncio dei 21 nuovi cardinali riflette l’impegno del Papa Francesco per una Chiesa globale, inclusiva e orientata alla giustizia sociale. Questi cardinali porteranno una varietà di esperienze e prospettive, che contribuiranno a plasmare il futuro della Chiesa nel mondo in rapido cambiamento. La nomina di questi cardinali è un segno di speranza per i cattolici e per tutti coloro che guardano alla Chiesa Cattolica per guidare e ispirare nel futuro.

fonte: ilfarodiroma/red

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30 Settembre 2023 | 12:18
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