Berna, Palazzo federale
Svizzera

Con Baume-Schneider i consiglieri federali latini arrivano a quattro

Per la prima volta il Giura con Elisabeth Baume-Schneider è rappresentato in Consiglio federale. E la Svizzera latina diventa maggioritaria a livello di Consiglieri federali, con quattro su sette. A metà novembre Baume-Schneider ha rilasciato un’intervista ai colleghi di kath.ch nella quale, tra tanti temi politici, parla della sua fede e del suo modo di vedere la religione. Elisabeth Baume-Schneider ha 58 anni, è riformata, suo marito è cattolico, come i suoi due figli.  La Baume-Schneider ha una solida carriera politica alle spalle, come deputata, poi come consigliera di Stato nel Canton Giura e infine come membro del Consiglio degli Stati dal 2019. Riproponiamo in una sintesi a cura di catt.ch alcuni temi dell’intervista della collega Sarah Stutte di kath.ch. La traduzione adattata da Maurice Page in francese si può leggere qui.  Soddisfazione per la nomina è stata espressa dal vescovo emerito di Basilea Denis Theurillat, di origine giurassiana, che ha dichiarato a kath.ch «L’ho incontrata due o tre volte nel Giura, ma è stato qualche anno fa. Di lei apprezzo la competenza, il curriculum, il linguaggio chiaro e semplice, la spontaneità e la simpatia per tutte le persone. La apprezzo soprattutto perché noi del Giura sappiamo chi è». Congratulazione alla neo eletta sono giunte per la Baume Schneider e per l’altro eletto, il consigliere federale Albert Rösti, dal presidente dei vescovi svizzeri, mons. Felix Gmür.  Ecco una parte dell’intervista a Elisabeth Baume-Schneider realizzata dai colleghi di kath.ch

Elisabeth Baume-Schneider, perché ha voluto diventare Consigliere federale?

Elisabeth Baume-Schneider: Vengo da una regione periferica e da un piccolo cantone che ha dimostrato quotidianamente cosa può fare e come funziona la democrazia. Alla fine, il Giura riuscì a staccarsi pacificamente dal Cantone di Berna. Porto con me la personalità e le competenze acquisite in tredici anni di esperienza come Consigliere di Stato nel Canton Giura. Mi piace lavorare in modo collegiale e sono stata anche direttrice di una scuola universitaria professionale. (Università del lavoro sociale di Losanna, ndr). Mi piace quindi prendere decisioni e farlo all’interno di una buona squadra. Inoltre, ho l’energia necessaria per affrontare le sfide di un’epoca in continua evoluzione.

Che cosa significa per lei la religione?

Ho molto rispetto per la religione e la spiritualità. I miei genitori erano molto religiosi e pregavano spesso. Mio padre è stato per anni membro del sinodo del Cantone di Berna, poi del Cantone del Giura. Mia sorella è ora segretaria parrocchiale a Montreux. Io stessa sono riformata, mio marito è cattolico, così come i miei due figli.

Vai in chiesa?

Raramente andiamo a messa, ma vado spesso al cimitero per mettere dei fiori sulle tombe dei miei genitori e perché mi piace stare lì. È un luogo tranquillo.

Ha avuto a che fare con questioni religiose come Consigliere di Stato nel Giura?

Ero a capo del Dipartimento dell’Istruzione, della Cultura e dello Sport. In questa veste sono stata coinvolto, ad esempio, nella controversia sull’opportunità di continuare a insegnare la religione nelle scuole. Per me è sempre stato importante che i bambini comprendano le altre credenze e conoscano le differenze, ma anche i punti in comune. Inoltre, è importante distinguere tra catechismo e insegnamento.

Quali sono, secondo lei, i prossimi passi della politica religiosa?

L’ambiente e il rispetto e la tutela delle minoranze sono importanti per me. Pane per tutti e Caritas, ad esempio, svolgono un ottimo lavoro in questo ambito. Nelle Franches-Montagnes, dove vivo, c’è un piccolo negozio di alimentari solidali. È stato creato con il sostegno della Caritas.

In che misura le Chiese possono essere coinvolte nella politica?

Non credo che il lavoro delle Chiese debba essere limitato alla chiesa. Dovrebbero anche preoccuparsi dell’ambiente e delle questioni sociali. Per esempio, ci sono sempre stati e ci sono tuttora pastori o sacerdoti impegnati che si occupano di rifugiati. La Chiesa ha il suo posto nella società.

L’impegno delle Chiese nell’iniziativa per le multinazionali responsabili ha suscitato molte polemiche. Cosa ne pensa?

È importante che siano coinvolti. Che siate credenti o meno, la Chiesa fa parte della vostra vita. È lì per il rispetto della vita, del pianeta e della natura. Per questo è essenziale che le Chiese siano coinvolte in questo settore.

Tra altri argomenti trattati dall’intervista integrale, la politica socialista Schneider Baume si pronuncia su tematiche come il matrimonio per tutti esprimendo la sua posizione di politica favorevole, il pontificato di papa Francesco dove evidenzia positivamente l’impegno per i rifugiati e dal suo punto di vista, spiega la necessità che venga affrontato il tema del celibato dei preti cattolici. Infine, ricordiamo che Albert Rösti, l’altro consigliere federale eletto, appartiene alla parrocchia protestante di Uetendorf-Thierachern (BE). Albert Rösti, già presidente dell’UDC svizzera – in una recente intervista alla SRF si è dichiarato «credente» e ha sottolineato in alcune occasioni, dal suo punto di vista di politico UDC, il ruolo delle Chiese nella difesa dei valori cristiani all’interno della nostra società. Insomma, entrambi manifestano, dai loro rispettivi punti di vista, un occhio di riguardo per il mondo della spiritualità e della religione, premessa per un dialogo aperto e sereno anche con le Chiese, laddove ci sono punti di convergenza, ma anche dove ce ne dovessero essere di divergenza in campo etico e sociale.

Berna, Palazzo federale | © Photo by Andreas Fischinger on Unsplash
8 Dicembre 2022 | 11:29
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