Ticino e Grigionitaliano

Commento al Vangelo di domenica 23 aprile

Calendario romano, Anno A /Lc 24, 13-35 / III Domenica di Pasqua

Vengo con te, ti illumino e ti spiego

di Dante Balbo, dalla rubrica televisiva Il Respiro spirituale di Caritas Ticino in onda su TeleTicino e online su YouTube

Pasqua è il tempo del viaggio, che da Gerusalemme giungerà a Roma. Di esso ci racconta Luca l’evangelista, negli Atti Degli Apostoli, che leggiamo in queste domeniche.

Nel secondo libro di Luca si inizia dall’apparente assenza di Gesù, salito al cielo, che amplifica la sua presenza mediante lo Spirito santo, il quale ancora oggi opera in milioni di persone, accompagnandole, sostenendole, mostrando loro il volto del Maestro. La risurrezione è una rivoluzione assoluta: noi ne parliamo dopo 2000 anni, perché è entrata nella nostra cultura, nella lingua e nella tradizione, anche se, come allora, non ne cogliamo la portata immensa. Per questo Gesù sceglie di stare con i suoi, di accompagnarli, si mostra loro, mangia, cuoce del pesce, mostra le ferite terribili della passione, istruisce sul da farsi quando se ne andrà, promette loro la presenza costante e definitiva del Consolatore. Questo è il clima in cui si muove il Vangelo della terza domenica che celebra il viaggio dei discepoli scoraggiati che tornano al paese, anche se come raccontano allo sconosciuto che si affianca al loro cammino, alcune donne li hanno sconvolti con storie strane su una tomba vuota.

Gesù non si sottrae e con pazienza, spiega in tutta la storia della salvezza il perché il Messia doveva soffrire, portare su di sé il peccato del mondo e risorgere. I due compagni ancora non capiscono, se pure il loro cuore, prima che la loro testa ha già sentito il fuoco che arde nell’uomo che rende vive le parole antiche. Ci vuole una cena e il gesto che solo pochi giorni prima il Maestro ha fatto consegnandoci il suo corpo, per spalancare finalmente anche gli occhi della mente ai discepoli. La fede illumina, non abbaglia e Gesù fa sempre così, anche oggi, mettendo sulla nostra strada circostanze, compagni di viaggio, segni di tenerezza, per mostrarsi come il dono dei doni, il Salvatore risorto che ci vuole con lui, risorti.


Calendario ambrosiano, Anno A / Gv 1, 29-34 / Domenica III di Pasqua

Nel volto di ogni uomo, la somiglianza con Cristo

di don Giuseppe Grampa

Provo ad immaginare la scena: Gesù viene verso Giovanni il Battista che lo indica con le parole «Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo». Probabilmente Giovanni accompagna queste parole con uno spontaneo gesto che tanti pittori hanno raffigurato: braccio teso e il dito che indica Gesù. Questo gesto qualifica la Chiesa e in essa ogni credente chiamato ad indicare Gesù. Se frughiamo nella nostra memoria certamente troveremo il ricordo di qualche volto, che, quando eravamo bambini, ci ha accompagnati passo dopo passo fino a Lui. Non posso non ricordare con gratitudine mia madre, per me è stata lei il dito che mi ha indicato Gesù e come prete vorrei essere per quanti mi incontrano niente altro che un dito che indica il Signore.

Giovanni presenta inoltre Gesù come l’agnello. Nella tradizione ebraica l’agnello riveste un grande valore simbolico. Il Servo di Dio, il Messia salvatore si presenta così: «Io ero come l’agnello mansueto che viene portato al macello….maltrattato si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca».

E aggiunge il Battista: «Dopo di me viene un uomo che era prima di me». Cosa significa questa precedenza? Certo non è cronologica perché Gesù è nato alcuni mesi dopo Giovanni Battista, eppure Gesù è prima: prima di Giovanni, anzi prima di ogni uomo.

Questa precedenza racchiude una preziosa verità: Gesù è il vero Adamo, il prototipo, il primogenito. Da sempre in Dio vi è questo sogno: che ogni uomo sia plasmato sul prototipo, sul primogenito che è Cristo. Vuol dire che ogni uomo, credente o no, lo sappia o meno, porta impressa la somiglianza con Cristo, cioè le fattezze, i tratti del Figlio amato di Dio. Nel volto di ogni uomo, senza discriminazione alcuna culturale o religiosa, dobbiamo riconoscere i tratti del volto di Cristo. Io non conosco altro modo altrettanto decisivo per fondare la dignità di ogni uomo e di ogni donna.

23 Aprile 2023 | 06:10
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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