Internazionale

Bruno Maggioni: un uomo di parola, da Dio agli esseri umani

Bruno Maggioni ci ha lasciato giovedì 29 ottobre alle 17. A generazioni di persone (preti, religiose, religiosi, laiche e laici) questo nome ha suscitato e suscita anzitutto ammirazione e gratitudine. Un uomo buono e modesto, ironico e generoso, che, nato nel 1932, dal 1958 fino a non molto tempo prima di morire, ha dedicato la vita a costruire un ponte tra la Parola di Dio contenuta nelle Scritture ebraiche e cristiane e la vita quotidiana dei suoi contemporanei. Chi come me ha avuto la fortuna di essergli amico – io soltanto dal 1995, altri da epoche ben più remoti – ha potuto apprezzarne non solo le qualità umane e intellettuali, ma la grandissima capacità didattica di rendere semplici e comprensibili ad un pubblico vastissimo concetti, questioni, temi biblici teologici ed antropologici sovente tutt’altro che di immediata ricezione. Negli ambienti accademici in cui egli ha insegnato – in particolare il Seminario di Como, la Facoltà Teologica di Milano e l’Università Cattolica di Milano – e nell’infinita miriade di luoghi, in Italia e altrove, ove ha fatto formazione divulgativa e pastorale – don Bruno non si curava delle apparenze esteriori, né dell’erudizione fine a se stessa. Non aveva tempo da perdere in proposito: era troppo appassionato della vita e della felicità dei suoi simili e la sua esistenza si è ampiamente articolata al servizio di una Parola, quella del suo Signore, alla quale egli non si è mai sovrapposto, perché quello che gli importava era aiutare gli altri ad entrare in relazione con la ricchezza etica ed estetica degli scritti biblici. E’ stato un uomo di Chiesa? Certamente, senza piaggerie e senza timori, riuscendo a vivere anche in contesti ecclesiali dove l’autorità era gestita da chi poteva valere culturalmente ed umanamente anche assai meno di lui. Bruno Maggioni lascia una bibliografia vastissima, di valore esistenziale molto prezioso: dai volumi dedicati ai vangeli canonici e intitolati «il racconto di…» ai commenti sempre ai vangeli, pubblicati insieme ai suoi grandi colleghi Rinaldo Fabris e Giuseppe Barbaglio ad un numero molto notevole di letture di tanti libri biblici e di volumi dedicati a temi di teologia ed antropologia bibliche, spesso tradotti in varie lingue. Ci sarà tempo per parlare di tutto ciò nel prossimo futuro. Congedandomi per ora dal suo ricordo, condivido con tutti alcune sue parole, tratte dalla prefazione che egli regalò all’Associazione Biblica della Svizzera Italiana per il primo volume del progetto internazionale «Leggere i vangeli per la vita di tutti», la traduzione ecumenica commentata del vangelo secondo Marco, pubblicata nel settembre 2017:«Il mio scopo, da sempre, è di far incontrare la Parola con la vita e la vita con la Parola. Sono sempre più convinto che la Parola di Dio si fa appello attraverso un’esistenza concreta, mai senza l’esistenza. È nell’esistenza, scontrandosi con l’esistenza, che la Parola svela il suo vero significato, mostrando anche quella diversità che sovrasta i nostri pensieri, quanto il cielo sovrasta la terra: non soltanto i nostri pensieri sul mondo, ma i nostri pensieri su Dio. Non basta dunque l’ascolto della Parola, come non basta il semplice ascolto dell’esistenza. Ascoltare significa confrontare la Parola con l’esistenza e l’esistenza con la Parola». Bruno Maggioni ha fatto questo per gran parte della tua vita e il sottoscritto, come migliaia e migliaia di altre donne e uomini, non potrà mai cessare di ringraziarlo per averlo fatto per tutti e con chiunque, dando una lezione di modestia e di essenzialità che non si potrà né dovrà mai dimenticare da parte certamente di tutti coloro che gli sono colleghi nella professione teologica e biblica come di qualsiasi persona che cerchi di essere effettivamente umana.

Ernesto Borghi

31 Ottobre 2020 | 19:34
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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