L'archivista diocesano don Carlo Cattaneo
Ticino e Grigionitaliano

Archivio diocesano: don Carlo Cattaneo racconta come si lavora oggi

di Katia Guerra

Salvaguardare e valorizzare la memoria storica: è questa la funzione principale degli archivi, in particolare di quelli storici, come ci conferma don Carlo Cattaneo, alla guida dal 2019 dell’Archivio storico diocesano. Affinché possano rispondere al meglio a questa loro funzione è necessario però che i documenti in essi conservati vengano gestiti in modo ordinato e sistematico. È proprio quello che si sta facendo da diversi anni anche a Lugano, come è stato ricordato dalla Diocesi lo scorso autunno in occasione della pubblicazione dei primi risultati di un’indagine dell’Università di Zurigo sugli abusi in ambito ecclesiastico. Le ricercatrici, in quell’occasione, avevano rivelato la difficoltà nel reperire documenti relativi a prima del 2000.

Con l’archivista diocesano don Cattaneo, abbiamo voluto capire come vengono gestite e valorizzate oggi le carte che raccontano la storia della diocesi di Lugano. Iniziamo con il ricordare che la sede attuale, antistante alla Curia vescovile, è stata inaugurata nel 2013. Nell’ambito di importanti lavori di manutenzione della Curia vescovile, l’allora vescovo Pier Giacomo Grampa aveva optato per la realizzazione di un nuovo corpo che ospitasse l’Archivio. «In questo modo è stato finalmente possibile disporre di spazi moderni e adeguati al deposito, conservazione e gestione del materiale documentale, con tutte le strutture necessarie, come ad esempio i compactus – scaffali compattabili che permettono di risparmiare spazio, ndr, -», sottolinea don Cattaneo. Un luogo più consono anche per rendere più fruibile la vasta documentazione che raccoglie più di novecento anni di storia della Chiesa ticinese, fra documenti di vario tipo, fondi, registri, atti notarili, foto, scambi epistolari e libri. «Particolarmente preziose sono le pergamene che conserviamo in un apposito locale climatizzato, fra le quali quella con l’autografo di San Carlo Borromeo e alcune pergamene musicali». Ce ne sono anche di quelle attorniate ancora da un alone di mistero, come un rotolo proveniente, non si sa quando e come, da Norwich.

È iniziato anche un attento lavoro di riordino, di catalogazione, nonché di inventariazione delle carte. «A questo scopo abbiamo elaborato con il collaboratore Davide Adamoli uno specifico titolario per le parrocchie, in pratica un quadro di classificazione articolato in 18 categorie in base al quale i documenti dell’archivio vengono raggruppati secondo un ordine logico. Fra le categorie principali segnalo Istituzione e giurisdizione, Benefici, Personale, Legati, Confraternite, Associazioni parrocchiali. Con questo sistema di catalogazione è quindi facile ritrovare i documenti», ci spiega l’archivista diocesano. Don Carlo Cattaneo, oltre ad essere sacerdote, ha anche ottenuto il diploma in archivistica presso l’Archivio Segreto Vaticano a Roma. Dal 1997 è pure professore di storia della Chiesa presso la Facoltà di teologia di Lugano. «Stiamo lavorando, in particolare, al riordino delle carte dei vescovi che si sono succeduti sulla cattedra di San Lorenzo. Al momento ci stiamo occupando del fondo di mons. Aurelio Bacciarini. Tutto ciò che troviamo viene analizzato, catalogato e conservato. Niente viene distrutto».

L’Archivio storico diocesano accoglie anche gli archivi delle parrocchie che ne fanno richiesta. «In questo caso, li custodiamo, ma rimangono di proprietà della parrocchia. Quando riceviamo le scatole dagli archivi parrocchiali, esaminiamo il contenuto, valutiamo lo stato dei documenti, li risaniamo e li riordiniamo». Un lavoro spesso impegnativo perché, malgrado l’allestimento di un archivio parrocchiale sia previsto dal codice canonico, non sempre viene effettuato nel luogo e nel modo corretto. «Invitiamo anche i privati a consegnarci del materiale che trovano nelle loro case, piuttosto che eliminarlo. Ad esempio, le immagini sacre possono racchiudere informazioni a livello storico, come avvenimenti o devozioni particolari». I collaboratori dell’Archivio sono anche a disposizione delle parrocchie per il riordino degli archivi locali. In questo ambito, capita anche di trovare carte particolari, come ad esempio la serie di stampe che illustrano i sacramenti, probabilmente per il catechismo, emerse in quello di Aquila, come si può leggere sulla pagina facebook dell’Archivio.

«Il prossimo autunno riproporremo alla Facoltà di teologia di Lugano un corso di archivistica destinato a chi si occupa della gestione degli archivi, nel quale attireremo l’attenzione sulla loro importanza, su come si gestiscono, presentando anche il nostro titolario e sui pericoli che ne minano la buona conservazione: il deposito in ambienti troppo umidi o troppo secchi, gli insetti, l’incuria», rivela don Carlo.

Il materiale conservato nell’Archivio storico diocesano è di grande interesse per molti studiosi e anche per la ricostruzione degli alberi genealogici: i registri parrocchiali sono una fonte preziosa a questo scopo.


L’apertura al pubblico su appuntamento

L’Archivio storico diocesano si trova presso la Curia vescovile (via Borghetto 6, Lugano). È aperto per consultazione lunedì, martedì, giovedì e venerdì su appuntamento (archivio.diocesano@catt.ch). È diretto da don Carlo Cattaneo, che si avvale della collaborazione di Davide Adamoli, Valentina Anzini e, per gli alberi genealogici, di Giovanni Naghiero. Attraverso le pagine dell’Archivio Storico della Diocesi di Lugano su facebook e instragram si possono seguire le attività e scoprire curiosità.


L'archivista diocesano don Carlo Cattaneo | © ASDL
8 Maggio 2024 | 07:30
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