Al m.a.x museo di Chiasso fino a gennaio l’«Annunciazione» di Denys Calvaert

«Fa parte della missione del nostro museo aiutare chi si pone, anche in Ticino, a salvaguardia del patrimonio culturale. Le Esposizioni dell’Avvento nascono proprio per questo: offrire ai nostri visitatori, in un tempo tanto significativo quanto l’Avvento, il frutto di un atto di generosità da parte di un privato che non solo ha deciso di prestarci un suo patrimonio artistico, ma ha anche predisposto tutto affinché, nel tempo, potesse essere conservato intatto». Continuano, a Chiasso, dopo il successo della scorsa edizione, le iniziative per l’Avvento del m.a.x museo, che ha scelto, da due anni a questa parte, di regalare per le festività l’occasione, ai suoi visitatori, di avere accesso al patrimonio artistico- culturale del Ticino, selezionando un’opera, proveniente da una collezione privata, da esporre gratuitamente per tutto il tempo del Natale. Se l’anno scorso è stata la volta di Rubens, con la sua Madonna con Bambino (1618), quest’anno la scelta è ricaduta su un’opera e un artista forse meno noti, ma, come ci spiega la direttrice del Museo, Nicoletta Ossanna Cavadini, non meno significativi: l’Annunciazione del pittore fiammingo Denys Calvaert (1540-1619). «A Calvaert, anche conosciuto come «Dionisio il Fiammingo», si deve, nella seconda metà del Cinquecento, la fondazione, nel cuore di Bologna, di una scuola che sarebbe di lì a poco diventata motore fondamentale dell’incontro della cultura pittorica latina con la cultura del Nord, fornendo i rudimenti a artisti del calibro di Guido Reni, Francesco Albani e il Domenichino. La sua Annunciazione vede la luce sicuramente in questo ambito. Dati i molti tratti stilistici in comune con un’altra Annunciazione dello stesso autore, possiamo datarla con una certa sicurezza tra il 1585 e il 1603, mentre recenti studi hanno dimostrato che la destinazione dovesse probabilmente essere una piccola cappella ». Il dipinto, che è esposto negli spazi del museo dallo scorso 3 dicembre, ha già suscitato un entusiasmo e un riscontro al di là del previsto: «Penso che la gente cerchi nell’arte ciò che la pandemia le ha strappato: bellezza, raccoglimento, il piacere di dedicarsi alla conoscenza e all’intima riflessione. Resta commovente, anche per me, come direttrice del museo, osservare chi si ferma per diversi minuti a contemplare il quadro. È la cultura del particolare la vera novità del dipinto, assieme alla lucentezza cromatica che lo ascrive nella corrente del cangiantismo. Le piume dell’angelo, ad esempio, sembrano reali, mentre le chiome crespe dei personaggi sono disegnate fino all’ultimo capello ricciuto. Il tutto disegnato e colorato con pennelli certamente sottilissimi e una mano capace di virtuosismi». Particolarmente significativa, ci fa notare Ossanna Cavadini, è anche la gestualità dei personaggi: «L’Angelo irrompe sulla scena con un indice perentoriamente alzato; Maria, in tutta risposta, si ritrae trattenendo un lembo della sua veste, con l’altra mano poggiata su un messale, a significare che la visita dell’Angelo avviene mentre sta pregando ».Tutto questo in un’opera non più alta di trenta centimetri: «È importante che emerga la complessità dei fenomeni culturali con cui si articola la storia dell’arte, una storia fatta non solo di grandi nomi e di grande opere, ma anche di autori meno conosciuti che pure hanno trovato la forza e il coraggio di apportare un sensibile contributo nel solco della tradizione», conclude Ossanna Cavadini. Il dipinto sarà accessibile fino al 9 gennaio 2022.

Per informazioni centroculturalechiasso.ch.

di Laura Quadri 

20 Dicembre 2021 | 06:53
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