La fiamma olimpica foto Di I, Alterego, took this photo and release under the terms of the GNU Free Documentation License - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=25450
Ticino e Grigionitaliano

A Strada Regina si parla di Olimpiadi a Pechino, diritti umani e libertà religiosa

Il distretto di Chongli-Zhangjiakou nella provincia di Hebei, nel nord della Cina, sarà una delle principali sedi delle gare di sci durante le Olimpiadi invernali del 2022, da sabato 5 al 20 febbraio.

Le principali stazioni sciistiche di Chongli, 180 km a nord-ovest di Pechino, sono una destinazione popolare, con quasi 3 milioni di turisti all’anno. Ma quasi nessuno sa che la bellezza dei siti copre una storia oscura di persecuzione e massacro dei cristiani, ricordata in questi giorni dal sito Eglises d’Asie. Chongli e la vicina regione di Chahar furono teatro almeno in quattro momenti della storia della Cina di persecuzioni: un primo periodo iniziato nel 1723, quando l’imperatore Manciù vietò tutte le missioni cristiane nella Cina continentale e inflisse pene ai credenti; durante la ribellione dei Boxer (1899-1901), la guerra civile cinese (1927-1949) e la rivoluzione culturale (1966-1976) sotto Mao. La sola rivolta dei Boxer condusse campagne brutali contro i cristiani nel nord del Paese, comprese le attuali province di Hebei, Shandong e Chahar. Quasi 30.000 cristiani cinesi sono stati uccisi, insieme a più di 300 missionari stranieri. Successivamente i comunisti, nel 1937, arrestarono e torturarono a morte i 33 monaci trappisti dell’abbazia di Nostra Signora della Consolazione a Yangjiaping (Xuanhua). Lo storico Paul Hattaway ha descritto la persecuzione dei monaci trappisti come «una delle peggiori atrocità mai commesse contro un gruppo di cristiani». La violenza peggiore ebbe luogo nel 1946, quando i comunisti attaccarono la città di Xiwanzi. Quasi 1000 civili, per lo più cattolici, furono torturati e uccisi. Due anni dopo, i comunisti presero e devastarono anche Chongli. Nel settembre 1951, i comunisti arrestarono il vescovo di Xiwanzi, il belga Leon Jean Marie De Smedt, e altri ecclesiastici. Il vescovo morì in prigione due mesi dopo a causa dei maltrattamenti subiti. Tra il 1952 e il 1954, tutti i 27 ecclesiastici stranieri della diocesi di Xiwanzi furono espulsi. E oggi? Dal 1990 al 2011, una dozzina di ecclesiastici e centinaia di cattolici locali sono stati imprigionati a Chahar dal governo locale.

fonte cath.ch/red

Ai diritti umani in Cina è dedicata la puntata di Strada Regina del 5 febbraio 2022. Intervengono padre Cervellera, Isa Dolkun, presidente del congresso mondiale degli Uiguri e altri ospiti.

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5 Febbraio 2022 | 06:06
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