Daria Lepori, Azione Quaresimale.
Svizzera

Cop27: l'analisi di Daria Lepori di «Azione Quaresimale»

L’elenco degli eventi climatici estremi con conseguenze disastrose e sovraregionali di cui veniamo a conoscenza si allunga di anno in anno. Del 2022 ricorderemo sicuramente il vicino inaridimento del Po, l’inondazione del Pakistan con migliaia di vittime e 33 milioni di rifugiati climatici, l’uragano Jan che dall’America centrale si è spostato negli USA lasciando dietro di sé distruzione e morte. Dal nostro osservatorio, ossia nei paesi dove Azione Quaresimale realizza progetti, vediamo progressi fatti negli ultimi decenni vanificati da carestie e tifoni; vediamo la fame e la miseria aumentare. Inoltre, anche su scala locale è impossibile negare che il surriscaldamento dell’atmosfera causato dalla massiccia emissione di gas serra non stia portando a cambiamenti difficili da gestire, costosi e che stanno deteriorando la nostra qualità di vita. Per non parlare delle angosce esistenziali che affliggono sempre più persone.

In questo contesto sconforta apprendere quanto ha annunciato il Segretario esecutivo dell’Agenzia ONU sul mutamento climatico, nel suo discorso di apertura del vertice sul clima terminato ieri in Egitto. Simon Stiell ha fatto notare che solo 24 Paesi su 194 hanno presentato piani nazionali più incisivi di adattamento e mitigazione dopo la COP26 di Glasgow.

A Sharm el-Sheikh si sono negoziati molti punti importanti, dove l’attuazione dell’Accordo sul clima di Parigi del 2015 rimane l’obiettivo principale. Questo accordo mira a limitare il riscaldamento globale a 2 gradi Celsius, ma secondo Climate Action Tracker (iniziativa scientifica indipendente che tiene traccia delle azioni governative in materia di clima e le misura rispetto agli obiettivi concordati a livello globale a Parigi) ci stiamo dirigendo verso un riscaldamento globale di 2,7 gradi rispetto all’epoca preindustriale.

In concreto, dovrà essere adottato un programma per ridurre le emissioni di gas serra in modo più rapido ed efficace (Mitigation Work Programme). Oltre alla mitigazione, siamo confrontati anche con la sfida dell’adattamento alle nuove condizioni ambientali e ai costi in crescita per riparare i danni degli eventi climatici estremi. Pertanto, gli accordi su maggiori contributi ai finanziamenti sono un obiettivo urgente. Molti paesi ricchi stanno bloccando i negoziati sulle perdite e i danni (loss and damage).

E la Svizzera sta facendo abbastanza? Nella sua sessione autunnale del 2022 il Parlamento ha adottato una controproposta indiretta all’Iniziativa per i ghiacciai: un saldo netto pari a zero delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2050, senza tuttavia proibire in via di principio i combustibili fossili. Con questa proposta è possibile una protezione del clima efficace e rapida in Svizzera e darebbe lo slancio alle modifiche legislative necessarie ai vari livelli: federale, cantonale e comunale.

Tuttavia, una parte del mondo politico svizzero non prende sul serio l’urgenza della situazione e la necessità di dotarsi di una politica climatica che sia all’altezza della sfida che ci attende.

Daria Lepori, responsabile di Azione Quaresimale nella Svizzera italiana

Daria Lepori, Azione Quaresimale.
18 Novembre 2022 | 11:24
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