Federica Mauri

Terra fonte di vita, non di profitto

Quando è stata l’ultima volta che avete toccato della terra? Che le vostre mani si sono «sporcate»? La maggior parte di noi magari fa fatica a ricordarselo. Io l’ho fatto ieri. Sfruttando la bella giornata di sole, ho tentato di trasmettere ai miei figli il valore che questo prezioso elemento ha per l’umanità, coltivando un piccolo orto dietro casa. Un legame, quello fra l’essere umano e la terra, che col tempo è andato via via assottigliandosi. Le generazioni passate hanno vissuto a stretto contatto con essa; si sono nutrite grazie al duro lavoro nei campi, mentre oggi la possibilità oltre che la necessità di coltivare il proprio cibo è andata quasi persa del tutto. Madre terra continua però a essere fonte di nutrimento, di identità e di radici per tutti noi.
È ciò che ci ricorda quest’anno la Campagna ecumenica di Sacrificio Quaresimale e Pane per tutti, in collaborazione con Essere solidali, illustrando le conseguenze nefaste per le popolazioni nei paesi del Sud del mondo che, private della terra, non hanno più di che vivere.
Nei paesi in via di sviluppo, dal 2000 a oggi, 47 milioni di ettari, vale a dire una superficie grande come dodici volte la Svizzera, sono passati nelle mani di grossi investitori. Altri 15 milioni di ettari supplementari (ovvero quattro volte la Svizzera) sono al momento minacciati dal land grabbing. Ogni ora che passa l’equivalente di 300 campi di calcio è disboscato nella foresta tropicale e rimpiazzato dalle palme da olio o da altri prodotti d’esportazione. Non si tratta però di terre non sfruttate o incolte, ma di superfici che permettevano alle persone di vivere di un’agricoltura diversificata su base familiare o della raccolta di frutti della foresta.
Non abbiate quindi paura a sporcarvi le mani. Vi invito a riscoprire il nostro legame con la terra, fonte di vita, non di profitto. I semi che ieri con i bambini ho messo a dimora nella terra, germoglieranno, cresceranno e spero che li aiutino a capire quanto la terra e i suoi doni siano preziosi per l’esistenza delle persone, al Nord come al Sud, e imparino a prendersene cura.

29 Marzo 2017 | 14:48
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