Missionarie secolari scalabriniane

Scalabrini Santo

Il 27 agosto scorso, nella Basilica di San Pietro, durante il Concistoro ordinario, Papa Francesco ha annunciato che oggi, 9 ottobre, sarà canonizzato a Roma il Beato Giovanni Battista Scalabrini (1839-1905), vescovo di Piacenza, fondatore della Congregazione dei Missionari di San Carlo Borromeo e della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo Scalabriniane e ispiratore di noi Missionarie Secolari Scalabriniane.

Così il comunicato congiunto dei tre Istituti di vita consacrata della Famiglia Scalabriniana  ricorda la figura del Vescovo di Piacenza: «Nato a Fino Mornasco, in provincia di Como nel 1839, Scalabrini è ancora oggi un dono per la Chiesa e l’umanità: un uomo innamorato di Dio e del mistero dell’Incarnazione. Profondamente commosso dal dramma di tanti italiani costretti ad emigrare negli Stati Uniti e nell’America del Sud alla fine dell’›800, non resta indifferente. Si documenta, sensibilizza la società e manda i suoi missionari e le sue missionarie nel mondo per aiutare e sostenere gli emigranti nei porti, sulle navi e all’arrivo nei nuovi Paesi. È considerato per questo un padre per tutti i migranti e i rifugiati. A più di un secolo dalla sua morte, la sua eredità ancora porta frutto: presenti in 39 Paesi, sono migliaia i religiosi e i laici scalabriniani che seguono le sue orme e prestano servizio nelle parrocchie, nelle case per i migranti, nelle scuole, negli orfanotrofi, negli ospedali, negli organismi ecclesiali delle Conferenze Episcopali e delle diocesi, nei centri studi, nei porti e nelle frontiere di tutto il mondo».

Secondo le parole di p. Leonir Chiarello, CS, Superiore generale dei Missionari di San Carlo: «Scalabrini è stato un Vescovo che si è dedicato completamente al ministero nella diocesi, ma ha saputo anche guardare oltre, a chi era costretto a lasciare la propria terra. Ha dato una risposta concreta al fenomeno della migrazione, coinvolgendo la Chiesa, il Governo, la società e chiamando tutti ad una presa di coscienza. Ha combattuto quello che il Santo Padre chiama ›la cultura dell’indifferenza e dello scarto’. Proclamandolo Santo, Papa Francesco ci invita ad avere il suo sguardo d’accoglienza e d’amore verso tutti».

Per Suor Neusa de Fatima Mariano, Superiora generale delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo Scalabriniane, Scalabrini si è fatto «prossimo del prossimo; uomo d’azione, uomo spirituale, appassionato, dinamico, forte di una spiritualità incarnata: egli contempla continuamente il Figlio di Dio che si fa uomo per rivelare l’amore del Padre e per riconsegnare a Lui l’umanità rinnovata». La canonizzazione di Scalabrini «ci motiva a intraprendere un percorso di rinnovamento della nostra vita consacrata scalabriniana, nella chiamata alla centralità di Gesù Cristo e nell’impegno rinnovato alla missione con e per i migranti e rifugiati».

E noi Missionarie Secolari Scalabriniane davanti a questa notizia siamo piene di gioia per tutta la Chiesa e per tutti i migranti. Secondo Regina Widmann, nostra Responsabile generale, la canonizzazione di Scalabrini «sarà l’occasione per conoscere meglio la sua visione profetica, cioè la convinzione che proprio nel terreno duro dell’emigrazione è nascosto un tesoro: la possibilità che popoli diversi e tra loro lontani si ritrovino vicini e si riconoscano parte dell’unica famiglia umana».

La fede cristiana ci dona la consapevolezza che questo non è un obiettivo da raggiungere con i nostri sforzi, bensì un’appartenenza che ci è già donata: in Gesù Cristo siamo figli di uno stesso Padre e per opera dello Spirito Santo stiamo diventando fratelli tra noi. Mentre ancora camminiamo, siamo già a casa nel mistero di un Dio che è comunione tra le diversità.

«Scalabrini fu un uomo di comunione», così ha detto di lui uno studioso piacentino, Franco Molinari. Attingendo continuamente alla profondità della fede egli riusciva a ricomporre contrasti e opposizioni: non «o… o», fede o cultura, natura o grazia, patria o religione, autorità o libertà, lavoro o capitale, ma «e… e».

Una delle note caratteristiche – e preziose per noi Missionarie Secolari – della spiritualità di Scalabrini è il suo riferimento vitale e costante ad una visione universale della Chiesa, che egli nutriva attraverso un attaccamento vitale all’Eucaristia e che sapeva tradurre nel particolare, senza mai perdere di vista l’unico obiettivo: edificare il corpo di Cristo nel mondo, attraverso gli stessi drammi della storia, attraverso tutto.

Scalabrini viveva la Chiesa come continuazione dell’incarnazione del Figlio di Dio che si prolunga nella storia. E in essa, appunto, era soprattutto attento a quella fondamentale legge di vita che è la comunione. In effetti, proprio la comunione di tutte le membra più diverse nell’unico corpo è la bellezza che la Chiesa può offrire al mondo.

A cura di Luisa Deponti, Missionarie Secolari Scalabriniane

9 Ottobre 2022 | 06:42
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