Assemblea delle delegate dell'Associazione svizzera delle donne cattoliche. (Foto di archivio)
Corinne Zaugg

Per trovare spazi di parola all’interno della Chiesa ticinese e svizzera

Da sempre l’8 marzo è occasione di riflessione per me. Quest’anno sento che è arrivato il momento di far seguire alle parole i fatti. Nel concreto il «fatto» consiste nel dare vita ad un gruppo di donne che riflettono, all’interno della nostra diocesi, sul tema delle donne nella Chiesa, sentitamente all’interno della diocesi di Lugano. In particolare da quando papa Francesco ha esteso a tutti i battezzati e a tutte le battezzate l’invito a voler partecipare al cammino sinodale per il rinnovo della Chiesa cattolica, il tema delle donne è sempre stato
segnalato come uno dei più urgenti da affrontare. Questo è emerso fin dalla prima consultazione effettuata a livello di parrocchie, e poi su su attraverso le varie consultazioni diocesane e nazionali, fino all’ultima in ordine di tempo, che ha visto convenire a Praga delegazioni da tutte le Chiese europee, per la fase continentale del sinodo.

La Svizzera con una delegazione composta da mons. Felix Gmür, presidente dei vescovi svizzeri e vescovo di Basilea e da tre donne, ha portato riflessioni molto interessanti sul tema delle donne e in particolare relative al diaconato femminile. La necessità di coraggiose decisioni sul tema delle donne nella Chiesa é stata inserita nel documento su cui ora si chineranno i vescovi nel testo finale durante il sinodo che li vedrà confluire a Roma, nel mese di ottobre prossimo. A livello svizzero, nelle diverse diocesi il tema delle donne conosce sensibilità diverse. Nella diocesi di Basilea è in corso un progetto pilota dedicato al diaconato femminile, nella diocesi di San Gallo le donne conoscono una larga partecipazione nei più diversi ambiti della gestione della diocesi, nella Svizzera francese la figura dell’»assistente pastorale» è largamente diffusa e per lo più declinata al femminile.
Mentre nella diocesi di Lugano, fino alla recente introduzione del cammino per il diaconato e l’accolitato (che comunque merita un discorso a sé) non vi era alcun percorso previsto e nessun ruolo riconosciuto al di fuori di quello come catechista. Questo ha finito col creare una Chiesa svizzera che si muove a velocità diverse e che sostanzialmente ignora quanto avviene e si vive a nord, e rispettivamente, a sud delle Alpi. Oltre a creare una cronica mancanza di persone provenienti dalla diocesi di Lugano da inserire nelle diverse commissioni della Chiesa svizzera, lasciandoci troppe volte… «afone».

Per tutto questo, l’Unione femminile ritiene che i tempi siano maturi per creare anche nella diocesi di Lugano un gruppetto di persone (donne ma anche uomini) che hanno a cuore il riconoscimento delle donne all’interno della Chiesa cattolica e desiderano portare anche la loro riflessione su come questo debba e possa avvenire. L’Unione femminile cattolica ticinese, che da una decina di anni ormai rappresenta la voce di queste donne in diocesi, ha ora deciso di dare vita ad un piccolo gruppo di lavoro a cui sono invitate ad aderire tutte le donne e gli uomini, che sentono fortemente la questione femminile in seno alla Chiesa cattolica e che desiderano contribuire fattivamente al suo rafforzamento. Un piccolo nucleo di donne di età diverse ha già risposto «presente» a questo invito che contribuirà a regalare un colore nuovo alla variegata tavolozza della nostra diocesi. È questa la novità di questo 8 marzo 2023.

Assemblea delle delegate dell'Associazione svizzera delle donne cattoliche. (Foto di archivio) | © frauenbund.ch
8 Marzo 2023 | 07:26
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