Manuela Masone

Ma dove sono finiti i diritti umani?

Il 10 dicembre 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approva la dichiarazione universale dei diritti umani. Il mondo occidentale sembra aver raggiunto un culmine, di fronte al quale i paesi riconoscono di aver superato il limite che porta dall’umanità alla disumanizzazione e decidono unanimi che mai più la storia dovrà vivere momenti simili. Si assiste come ad un risveglio della coscienza collettiva e le nazioni si impegnano a «promuovere, con l’insegnamento e l’educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà».

Oggi però ci si può chiedere come e se la trasmissione di questi valori umani raggiunga effettivamente il mondo dei giovani? Stupisce in modo particolare il fenomeno recente dove degli adolescenti cresciuti in Svizzera, Francia, Inghilterra, Germania… partono per raggiungere l’ISIS e associarsi a una causa in cui i diritti umani vengono soffocati dalla violenza e le libertà fondamentali sono infrante. Ho trovato particolarmente interessante il documentario Engrenage, les jeunes face à l’islam radical di Clarisse Feletin nel quale una ragazza entrata in contatto con i fondamentalisti islamici inizialmente attraverso i Social, racconta come sia diventata insensibile alla morte o alla violenza anche solo attraverso la visione di video con decapitazioni o altro. La sua rieducazione oggi passa da un processo di «riumanizzazione».

A volte mi chiedo, quando vedo la violenza ostentata in certi videogiochi o in alcuni film o serie tv se, attraverso altri canali, non favoriamo questo processo di perdita di sensibilità nei bambini e nei ragazzi? Uccidere per difendere ciò che individuiamo come bene non diventa così legittimo, normale? Oltre al togliere la vita ci sono tanti modi di distruggere una persona… Tutto è lecito?

Certo, non si tratta di fare di tutt’erba un fascio, ma forse dobbiamo trovare strade nuove per poter trasmettere fosse anche solo il primo articolo della dichiarazione: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza». Non capita anche a voi di pensare, guardando la nostra società dove l’essere in concorrenza gli uni con gli altri è la normalità, che non sarebbe male se tutti noi provassimo a vivere almeno questo articolo? Il rischio altrimenti, mi sembra, è di raccogliere quello che abbiamo seminato …

1 Luglio 2015 | 08:00
Tempo di lettura: ca. 1 min.
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Manuela Masone

Ma dove sono finiti i diritti umani?

di Manuela Masone
Il 10 dicembre 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approva la dichiarazione universale dei diritti umani. Il mondo occidentale sembra aver raggiunto un culmine, di fronte al quale i paesi riconoscono di aver superato il limite che porta dall’umanità alla disumanizzazione e decidono unanimi che mai più la storia dovrà vivere momenti simili. Si assiste come ad un risveglio della coscienza collettiva e le nazioni si impegnano a «promuovere, con l’insegnamento e l’educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà».
Oggi però ci si può chiedere come e se la trasmissione di questi valori umani raggiunga effettivamente il mondo dei giovani? Stupisce in modo particolare il fenomeno recente dove degli adolescenti cresciuti in Svizzera, Francia, Inghilterra, Germania… partono per raggiungere l’ISIS e associarsi a una causa in cui i diritti umani vengono soffocati dalla violenza e le libertà fondamentali sono infrante. Ho trovato particolarmente interessante il documentario Engrenage, les jeunes face à l’islam radical di Clarisse Feletin nel quale una ragazza entrata in contatto con i fondamentalisti islamici inizialmente attraverso i Social, racconta come sia diventata insensibile alla morte o alla violenza anche solo attraverso la visione di video con decapitazioni o altro. La sua rieducazione oggi passa da un processo di «riumanizzazione».
A volte mi chiedo, quando vedo la violenza ostentata in certi videogiochi o in alcuni film o serie tv se, attraverso altri canali, non favoriamo questo processo di perdita di sensibilità nei bambini e nei ragazzi? Uccidere per difendere ciò che individuiamo come bene non diventa così legittimo, normale? Oltre al togliere la vita ci sono tanti modi di distruggere una persona… Tutto è lecito?
Certo, non si tratta di fare di tutt’erba un fascio, ma forse dobbiamo trovare strade nuove per poter trasmettere fosse anche solo il primo articolo della dichiarazione: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza». Non capita anche a voi di pensare, guardando la nostra società dove l’essere in concorrenza gli uni con gli altri è la normalità, che non sarebbe male se tutti noi provassimo a vivere almeno questo articolo? Il rischio altrimenti, mi sembra, è di raccogliere quello che abbiamo seminato…

1 Luglio 2015 | 08:00
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