Marco Dania

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di Don Marco Dania

Quando leggo le mail che ricevo, i messaggi su Fb, o sui blog, sono allergico alla lunghezza del testo. Non so se capita anche a te? Ma io, se non riesco a rendermi conto in pochi secondi di cosa si tratta, vado avanti nella lettura solo se indispensabile.
Siamo davvero condizionati dalla «società iperveloce» e spesso ci poniamo di fronte a un testo da leggere con il desiderio di afferrarne immediatamente il significato, se non è possibile, lasciamo perdere. Beh diciamoci la verità, tante volte facciamo proprio bene a lasciar perdere, visto cosa circola sulla rete .
Ciò nonostante, provo nostalgia della lettura. Sì, ho deciso che mi metto a leggere. Fallo anche tu. Leggi. Scegli il libro che preferisci con una certa cura e poi leggilo fino alla fine.
Gustalo, assaporalo. Ci sono libri che puoi leggere come aperitivi, a spizzichi, quando hai cinque minuti di tempo e va bene così. Ci sono libri invece che sono inviti a un pranzo di nozze, richiedono tempo. Ma poi alla fine ti nutri di qualcosa di molto buono.
Ho la tentazione di darti qualche suggerimento, ma è meglio che scegli tu, perché i gusti sono gusti e poi l’appetito vien mangiando.
Con degli amici abbiamo provato due belle esperienze. La prima: ci ritroviamo insieme ed ognuno legge il proprio libro. Poi, se vogliamo, ci diciamo qualcosa di quanto letto o ci scambiamo i testi.
La seconda: uno di noi legge ad alta voce un testo. Ovviamente non deve essere una cosa noiosa, altrimenti rischi che ti cali la palpebra. È un’esperienza molto bella e perfino emozionante. Spesso poi nasce il desiderio di confrontarsi e il libro prende vita.
Vorrei provare con la poesia e, se funziona, pure con la letteratura. Ma un po’ alla volta, per non fare indigestione.
Adesso, per stuzzicarti l’appetito ecco un bel testo. È la poesia «Invictus» che ha sostenuto Nelson Mandela nella prigionia e gli ha poi dato la forza, una volta uscito dal carcere, di realizzare la «nazione arcobaleno». Buona lettura.

Dal profondo della notte che mi avvolge,
Buia come un abisso che va da un polo all’altro,
Ringrazio qualunque dio esista
Per la mia indomabile anima.

Nella feroce morsa delle circostanze
Non mi sono tirato indietro né ho gridato.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma indomito.

Oltre questo luogo di collera e di lacrime
Incombe solo l’Orrore delle ombre,
Eppure la minaccia degli anni
Mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima. (William Ernest Henley.)
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8 Settembre 2016 | 09:48
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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