Davide De Lorenzi

La scuola: un cantiere sempre aperto

di Davide De Lorenzi

In questi anni a livello nazionale e a livello cantonale si parla molto di scuola. Innanzitutto perché la scuola è un cantiere aperto su più fronti: basti pensare al concordato harmos, ai nuovi piani di studio, al progetto «la scuola che verrà»… Alcuni cambiamenti sono e saranno importanti ed è giusto che ci sia un dibattito non solo a livello politico. La scuola è forse uno dei pochi ambiti del nostro mondo in cui è ancora possibile progettare, costruire e sognare una società migliore, formando appunto persone capaci di essere cittadini responsabili, promotori di libertà e giustizia. Come docente mi capita spesso di confrontarmi ancora con uno slancio creativo – se non utopico – degli allievi e anche di alcuni colleghi: sono visioni di futuro che si aprono nonostante le poche certezze e sono fondamentali perché è così che il mondo va avanti.
Questo sogno si scontra con la realtà e con la fatica di vivere in una società complessa e contradditoria. Una realtà spesso dipinta negativamente grazie a pregiudizi (spesso infarciti di ricordi di ex-allievo). O mediante le notizie, a volte parziali, che i numerosi media locali diffondono, parlando di bullismo dilagante. Mio padre mi racconta che da ragazzi in paese ci si prendeva anche a sassate: quelli «di qua» contro «quelli di là». Se capitasse oggi ci si può già immaginare il pathos sui media (»Gravi atti di bullismo a….)! Non bisogna fermarsi ai singoli episodi certamente preoccupanti perché la scuola è ben altro: è uno spazio di cultura, forse uno degli ultimi rimasti. Tutto ciò che avviene nel segreto delle aule, delle teste, dei cuori, è passaggio di cultura e umanità. Sarebbe bello poter far vivere ad altri quello che si vive oggi nelle aule. Far sentire cosa gli adolescenti oggi sanno dire oltre i loro limiti. Fatica, certo. Ma anche sogno. Certe volte gli allievi schierati per la lezione sono uno spettacolo impressionante. Sono lì e non puoi barare, perché hanno sete di cose vere, profonde. E tu sai che «un’ora di lezione può cambiare la vita» (Massimo Recalcalti). La tua, la loro.

3 Maggio 2016 | 11:27
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