Suor Sandra Künzli

La santità non è «un affare individuale»

Desidero iniziare questo scritto col raccontarvi una storia dei monaci del deserto.

Un monaco iracondo, se la prendeva con tutti in comunità e spesso aveva scatti d’ira e di impazienza. Dava sempre la colpa a questo o a quel fratello fastidioso. Un giorno andò dall’abate e gli chiese di potersi inoltrare nel deserto per vivere in solitudine e trovare la pace. L’abate cercò di dissuaderlo, ma invano. Infine lo lasciò partire per la sua insistenza. Il nostro protagonista trovò una grotta e iniziò con entusiasmo la sua vita eremitica. Una mattina si rovesciò per tre volte la brocca piena d’acqua. Alla terza volta non ci vide più e buttò la brocca contro la roccia, che si ruppe in mille pezzi. Rientrato in sé stesso, vide con chiarezza che la passione era dentro di lui e che era il suo cuore che doveva cambiare, non il luogo, le situazioni o le persone. Si presentò all’abate e chiese umilmente di essere di nuovo accolto fra i fratelli per essere aiutato nella difficile arte di scoprire e combattere le passioni.

Noi spesso pensiamo, come questo zelante monaco, che la santità sia un affare individuale. Santi invece si diventa stando a contatto con i fratelli e le sorelle che il Signore ci ha posto accanto. Santa Caterina da Siena, patrona d’Europa e dottore della Chiesa, affermava che «l’uomo col prossimo prova tutte le virtù». Difficilmente ci accorgiamo del nostro progresso spirituale e forse questo ci mantiene in umiltà. Il Signore però agisce in noi con la sua grazia. Questo è possibile solo se gli apriamo il cuore e lo lasciamo entrare, così da non essere più soli ma in due: noi e Gesù nell’anima. La preghiera ci aiuta nel cammino spirituale. È come una goccia d’acqua che, col tempo, scava la roccia. L’orazione ci dispone ad accogliere Gesù e a fargli spazio. Come pregare? Ognuno può trovare il modo migliore per alimentare il suo rapporto di amicizia con il Signore. Buona guida alla preghiera è il Catechismo della Chiesa Cattolica alla quarta parte.
Madre Teresa di Calcutta affermava che a pregare si impara pregando. E santi si diventa aprendo il cuore a Dio. Il progresso spirituale lo compiamo esercitandoci nelle virtù (abitudini buone) e nel combattere i vizi (abitudini cattive). La regina di tutte le virtù è la carità che compendia tutto il Vangelo. Luigi Maria Epicoco, teologo e scrittore italiano, afferma che il demonio ci tenta per farci sentire soli e molti cadono così nella disperazione. La preghiera ci fa scoprire invece che Gesù è in noi e non ci abbandona mai, anche quando non lo percepiamo.
Tutti i santi, che ricordiamo il primo novembre, ci spronano e ci incoraggiano a camminare su questa stessa strada percorsa da loro. Un giorno ci ritroveremo tutti uniti e sarà una festa senza fine dove non ci sarà più dolore, lutto o noia, ma sapremo stupirci dell’eterna fantasia di Dio.

1 Novembre 2023 | 08:11
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