L’incontro tra Kirill e il Papa negli occhi dei cristiani di Aleppo

Di Cristina Vonzun

Uno dei temi discussi nello storico incontro tra Francesco e Kirill è stato quello dei cristiani perseguitati in Medio Oriente, Nord Africa e Africa centrale, zone in cui infuriano gruppi di fondamentalisti le cui sigle abbiamo imparato a conoscere in questi anni : Isis, Al Qaida, Boko Haram, per ricordare i più famosi. Proprio da una di quelle terre martoriate, da Aleppo,  alla vigilia dello storico incontro tra il Patriarca di Mosca e il vescovo di Roma sono state raccolte le reazioni dei cristiani. Sono proprio loro, i cristiani martoriati, a farsi una ragione anche «teologica» della possibilità dello storico evento: per loro, come ha lasciato trapelare all’agenzia Fides il vicario apostolico di Aleppo, l’incontro di queste ore tra il Papa e Kirill è frutto non solo dei 20 anni di colloqui tra Roma e Mosca ma anche della loro sofferenza. Una consapevolezza che non nasce solo da una supposizione, ma pure dalla testimonianza di un alto funzionario della Chiesa di Mosca che ne ha parlato, come riporta l’agenzia Fides, proprio ai cristiani di Aleppo. Mentre nella città martire si attende che la notizia del cessate il fuoco diventi realtà, desta molta impressione sapere che a rendere urgente la necessità dell’evento di Cuba è la situazione di questa gente. Un’informazione che si è trasformata in queste ore, secondo le fonti locali, in una sorta di farmaco consolante per ciò che rimane della comunità cristiana di Aleppo, facendo anche riemergere dalle macerie fumanti della città, la speranza –ormai quasi perduta- di tempi migliori. Saranno dei poveri visionari questi cristiani? Non credo, penso che come tante altre volte nella storia, la loro immane fatica e sofferenza forse ha dato veramente impulso ad un incontro che – non dimentichiamolo- è stato impossibile per 1000 anni! Ma questa è una visione più teologica che terrena, una visione di fede: la fede dei martiri.