Cristina Vonzun

Intelligenza artificiale e pace: la sfida del Papa

«Intelligenza artificiale e pace» è il titolo del messaggio che il Papa ha scritto per la giornata mondiale della pace del 1. gennaio 2024. Francesco descrive come il mondo digitale stia cambiando la vita quotidiana e le relazioni. Siamo nel tempo in cui a farla da padroni (e vale da chi ha la carta di credito, passando per il telefonino fino a chi usa le chatboot) sono gli algoritmi. Algoritmi che nonostante tutte le assicurazioni che finora vengono auspicate e talvolta prese, possono non solo determinare le nostre relazioni online ma anche estrarre dalle nostre tracce digitali lasciate su internet, dati che consentono di controllare le abitudini mentali e relazionali delle persone a fini commerciali o politici, spesso a nostra insaputa, limitando il consapevole esercizio della libertà di scelta, strutturando – ad esempio – il flusso di dati secondo criteri di selezione non percepiti dall’utente. Il Papa invoca «inclusione, trasparenza, sicurezza, equità, riservatezza e affidabilità», in pratica mette al centro del campo la parola etica o algoretica (un’etica per questi algoritmi). Il tema tocca l’eterno equilibrio uomo – artefatto, in questo caso «uomo – algoritmo» che come sottolineano gli esperti, se si vuole che sia virtuoso e non a scapito dell’umano, occorre che l’algoritmo non prevalga condizionando il pensiero, le scelte, le relazioni e le azioni degli uomini. Pensiamo ai modi più banali di questa relazione tra uomo e algoritmo nel nostro uso di google, delle chatboot, per non dire i social fino ai programmi più complessi che tengono in mano il destino della storia (quelli delle armi ma anche del mondo del lavoro che seleziona i curriculi sulla base di algoritmi, come denuncia allarmato il Papa). Da questa riflessione, almeno due aspetti servono a noi comuni mortali: il primo che sono sempre connesso e i miei dati non sono più miei ma patrimonio, via algoritmi, anche di altri che li analizzano e usano; secondo: quando sto online le mie reazioni e relazioni sono determinate in buona parte da tali algoritmi. Quindi vivo in ambienti online dove tutto è molto più determinato e meno libero di quello che mi piacerebbe e che credo essere. Ed allora il rapporto al tema della pace: é pace la mancanza di libertà o di equità o di giustizia o di opportunità a causa di un algoritmo? Innegabili i vantaggi nell’essere online, riconosce Francesco, ma anche la sfida che questo comporta.

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31 Dicembre 2023 | 13:36
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