Emanuele di Marco

Adulti stressati, bimbi rassegnati!

di Don Emanuele di Marco
«Se oggi tu vai a prendere Carlo alle 15.20, io posso portare Camilla a inglese. Poi porto Carlo a calcio, mentre poi vai a prendere Camilla e la porti al compleanno di Giulio. Nel frattempo vai a comprare le scarpe coi tacchetti a Carlo per il torneo di sabato e domenica, e ricordati di prendere la marmellata all’albicocca che piace a Camilla. Al rientro passa a prendere Carlo, perché Patrizio, l’insegnante privato, lo aspetta a casa prima di cena. Guarda che Camilla rientra con Roberta perché deve portare i compiti a Luca. Alle 20 ceniamo insieme. Poi tu vai alla riunione dei genitori alla scuola di Carlo, io vado al circolo femminile mentre la tata viene a mettere a dormire i bimbi. E domani è un altro giorno».
Non è il canovaccio di una commedia folle… ma l’agenda di una comune giornata di molte famiglie occidentali. Non vogliamo qui accodarci ai numerosi analisti e specialisti del settore famigliare e dell’infanzia, e nemmeno insistere in modo ironico sulla vita frenetica attuale che comunque coinvolge ciascuno, blogger compreso…
Tuttavia mi sembrava simpatico iniziare questa breve riflessione con una provocazione purtroppo vera. Abbiamo parlato già tante volte dell’accelerazione della storia, ovvero di quel fenomeno sociale che vede un sempre maggior numero di attività in un lasso di tempo. Sì, perché abbiamo treni sempre più veloci, speedy boarding per accorciare i tempi all’aeroporto, forni a microonde che cucinano le lasagne in 47 secondi, Smartphone che ci consentono di riservare le vacanze in tre minuti… Eppure abbiamo sempre meno tempo. In questo girone frenetico i bambini vengono inseriti sin da piccoli, con lo stesso sistema che coinvolge i grandi. Abbiamo la mania di riempire ogni «interstizio temporale», ovvero ogni piccolo momento libero. Qualche analista, con curiosa perspicacia, ha sottolineato che siccome non abbiamo più una vita eterna dopo la morte (nel senso: non ci crediamo), la cerchiamo prima di questa. Ovvero: riempiamo la nostra esistenza di tante cose da fare pensando che una vita «farcita» diventi una vita «piena». I bambini ed i ragazzi non si pongono il problema: ormai sono inseriti anche loro in una mentalità di corsa e di fretta, complice anche l’informatizzazione della vita. Non hanno più tempo per crescere… a tre anni fanno felici mamma e papà se vanno ad un talent-show ed imitano Mina, oppure a sette devono ballare come Roberto Bolle o giocare a calcio come Ronaldinho. Per non parlare delle domande che noi adulti rivolgiamo loro… se in prima elementare hanno già la ragazza. Siamo compiaciuti quando… vediamo che a tre anni riescono ad andare a cercarsi le canzoni su YouTube. Ma… l’infanzia è un diritto. Qualcuno insiste per dircelo. Però noi grandi stiamo facendo di tutto per eliminare questa possibilità, contribuendo ad avere mini adulti che magari… si cercheranno l’infanzia ormai cinquantenni. Si tratta di avere il coraggio di «perdere tempo», con loro, per loro. Se il problema è l’accelerazione della vita, allora l’antidoto può essere proprio quello di rallentarla. Prendersi il tempo, più del necessario, per trovare un amico, per cucinare qualcosa insieme, per fare una passeggiata che non sia semplicemente un rapido spostamento da un posto all’altro. Diamo tempo ai nostri bambini e ragazzi. Non opprimiamoli sotto il peso delle agende… lasciamo che imparino a gustarsi quello che vivono. Sarà il più grande insegnamento della vita!

23 Ottobre 2015 | 07:17
Tempo di lettura: ca. 2 min.
Condividere questo articolo!