Renzo Petraglio

Abramo nella Bibbia e nel Corano

Il mese scorso ho riflettuto con te, mia cara, amico mio, su Noè al quale Dio ha promesso che «
ogni carne non fosse distrutta con il diluvio » (Siracide 44,18). E durante questo mese, sempre
leggendo il Siracide, voglio occuparmi di Abramo. Ecco innanzitutto una traduzione del suo testo:
19 Abramo, padre di molti popoli!
Non ha mai inflitto una macchia sulla sua gloria.
20 Egli si prese cura del precetto dell’Altissimo
ed entrò in alleanza con lui.
Nella sua carne incise la legge
e anche al momento della prova restò fedele.
21 Perciò, con un giuramento, [Dio] gli promise
di benedire i popoli per mezzo dei suoi discendenti,
di dar loro in eredità il territorio che va da un mare all’altro
e dal fiume fino ai confini della terra. (Siracide 44,19-21).
Scrivendo queste frasi su Abramo 1 , il Siracide riprende soprattutto i dati che si possono leggere nel
Libro della Genesi 2 . Egli apre la sua pagina menzionando « molti popoli » che possono riconoscere
Abramo come loro antenato, letteralmente come loro « padre ». E in questa frase si vede un
riferimento a Genesi 17,5 dove Dio dice ad Abram: « Il tuo nome non sarà più pronunciato Abram,
il tuo nome sarà Abraham, perché io ti farò padre di una moltitudine di popoli » 3 .
Dopo la menzione della discendenza molto numerosa di Abramo, il Siracide afferma: « Non ha mai
inflitto una macchia sulla sua gloria » (v. 19b). Questo ›ritratto’ di Abramo passa sotto silenzio la
menzogna che Abramo aveva detto al Faraone e ad Abimelek, presentando sua moglie come sua
sorella 4 . Lasciando perdere questa menzogna che Abramo aveva raccontato per salvarsi, il Siracide
ci dà uno sguardo globale su Abramo affermando: « Non ha mai inflitto una macchia sulla sua
gloria». E scrivendo questa frase, il Siracide era cosciente di ciò che si leggeva e si legge nel libro
dei Proverbi: « Il giusto cade sette volte e si rialza » (Proverbi 24,16). Inoltre, parlando di Abramo,
il Siracide ci suggerisce un forte contrasto tra Abramo e il re Salomone a proposito del quale egli
scriverà: « [Salomone,] tu hai inflitto una macchia alla tua gloria » (Siracide 47,20).
Nei versi 20 e 21 il Siracide si ferma sulla relazione tra Abramo e Dio. L’accento è innanzitutto sul
« precetto dell’Altissimo ». Importante è qui l’utilizzazione del singolare « precetto » che evoca un
precetto conforme alla creazione 5 e che rispetta tutte le creature di Dio, un precetto che si
potrebbe qualificare come ›ecologico’. E Abramo – ci dice il nostro versetto – non si limitava a
obbedire; no, egli si prendeva cura di questo progetto, di questa norma iscritta nella creazione.
Sempre in questo versetto il Siracide menziona l’alleanza, l’alleanza tra Dio e Abramo, un’alleanza
che Abramo incarna nella sua persona, nella sua « carne » 6 , nella sua propria debolezza.
Infine, nel verso 21, il Siracide evoca la ›risposta’ di Dio davanti a questo comportamento di
Abramo: « Perciò, con un giuramento, [Dio] gli promise di benedire i popoli », tutti i popoli, « da
un mare all’altro e dal fiume fino ai confini della terra ». Queste parole che terminano la sezione su Abramo ritornano sulla prima frase « Abramo, padre di molti popoli » e gli danno una dimensione universale: « da un mare all’altro e dal fiume fino ai confini della terra ». Abramo non è solamente padre d’Israele; egli è padre di tutti i popoli, un padre per i cristiani e anche per i musulmani. Questa ›risposta immensa’ di Dio davanti al comportamento di Abramo oltrepassa tutto ciò che una persona potrebbe immaginare. E, proponendoci Abramo come modello, il Siracide ci invita a prenderci cura del precetto, della parola di Dio. Agendo come Abramo, ciascuna e ciascuno di noi potrà, passo dopo passo, prendere coscienza della generosità di Dio, Dio che risponde al nostro impegno in modo sovrabbondante, rispondendo ai nostri bisogni e anche al mondo intero. Nel Corano numerosi passaggi parlano di Abramo che è il credente per eccellenza. A lui la Sura 14,
che porta il suo nome, è in modo particolare consacrata a lui 7 . Altri testi, come il verso 41 della Sura 19, qualificano Abramo come profeta e la sua discendenza come costituita da profeti: Ismaele, Isacco e Giacobbe (Sura 29,27) 8 . Ma oggi, tra i numerosi passi coranici che menzionano Abramo 9 , voglio fermarmi su un verso della Sura 4. Ecco una traduzione: Chi professa una religione più bella di colui che sottomette se stesso a Dio, e compie il bene e segue la religione di Abramo, un vero credente? Dio ha preso Abramo come amico intimo.
Questo verso si concentra sull’identità di un « vero credente ». Il vero credente è presentato con tre caratteristiche: egli è « colui che sottomette se stesso a Dio, e compie il bene e segue la religione di Abramo ». Dapprima la relazione con Dio, una sottomissione, una sottomissione totale alla sua volontà. In seguito la relazione con Dio viene vissuta facendo del bene. Infine, il Corano ci presenta un modello: Abramo.
Quanto ad Abramo, egli è « vero credente », « hanîf » in arabo, un termine che mette l’accento sull’idea di fiducia e di sicurezza. Nel Corano questo termine – che viene utilizzato solo 9 volte – per sei volte serve per caratterizzare Abramo 10 . E l’ultima frase del verso 125 ci mostra la reazione di Dio. Dato che Abramo viveva come un vero credente, Dio l’ha preso come « amico intimo », «khalîl» in arabo. Questo termine che esprime una familiarità e un legame d’amore profondo, è diventato – nell’islam – il nome canonico di Abramo. E questo termine applicato ad Abramo corrisponde all’espressione ebraica che l’Antico Testamento applica al medesimo personaggio in Isaia 41, 8 e in 2 Cronache 20,7 e all’espressione greca che il Nuovo Testamento applica, sempre
ad Abramo, nella Lettera di Giacomo (capitolo 2, verso 23): Abramo amico di Dio 11 . È il momento di concludere. Teniamo davanti a noi Abramo e prendiamolo come modello. E’ così
che noi potremo vivere come veri credenti, e Dio ci accoglierà, nella sua intimità, come amici e
amiche. Questo è il futuro che ci aspetta. Cordialmente. Renzo Petraglio

Note al testo

1 Per un’analisi più ampia su Siracide 44,19-21, cf. R. Petraglio, Il libro che contamina le mani. Ben Sirac rilegge il libro e la storia d’Israele, Edizioni Augustinus, Palermo, 1993, pp. 66ss.
2 Cf. C. Mopsik, La sagesse de ben Sira. Traduction de l’hébreu, introduction et annotation, Verdier, Lagrasse, 2003, p. 279s.
3 « Abram » significa « il Padre è sublime », mentre « Abraham » significa « il Padre ama », e l’ultima sillaba allude anche alla parola « hamôn », cioè « moltitudine » facendo così riferimento ai « molti popoli ». Cf. O. Odelain et R. Séguineau, Dictionnaire des noms propres de la Bible, Cerf, Paris, 2002, p. 7, alla voce « Abraham » Cf. anche C. Westermann, Genesi, Edizioni PIEMME, Casale Monferrato, 1989, p. 139.
4 Cf. Genesi 12,10-20 e 20,1-18.
5 Così B. M. Zapff, Jesus Sirach 25-51, Echter Verlag, Würzburg, 2010, p. 322.
6 Secondo alcuni commentatori questa iscrizione nella carne potrebbe evocare la circoncisione. Cf. C. Mopsik, La sagesse de ben Sira. Traduction de l’hébreu, introduction et annotation, Verdier, Lagrasse, 2003, p. 280, nota 1.

29 Giugno 2022 | 06:00
Tempo di lettura: ca. 4 min.
bibbia (99), corano (14)
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