Echi dai campi Grest di Lugano e Bellinzona

di Katia Guerra e Federico Anzini

Amicizia, divertimento, gioco, comunione, riflessione, scoperta, natura, acqua: questi sono alcuni dei comun denominatori dei campi diurni Grest (acronimo che sta per «GRandeESTtate» o «GRuppi ESTivi ») che animano l’estate di molti giovanissimi e giovani ticinesi e che vengono proposti in diverse località del Ticino.

Il valore del servizio all’altro

Il campo Grest promosso dalla parrocchia e dall’oratorio di Lugano si è svolto dal 26 giugno al 7 luglio ed ha coinvolto 170 bambini e ragazzi, e una trentina di animatori. E sono proprio dei giovani animatori a raccontarci come è andata. «Ho fatto felici i bambini, ma mi sono divertito anch’io», racconta Patrick Cengia. È il secondo anno che partecipa come animatore e sottolinea come in questi campi si creano sempre molti legami d’amicizia. Il tema che fa da filo conduttore ai Grest quest’anno è «Tu per tutti». «Credo che il messaggio che si vuole trasmettere è l’importanza di pensare e aiutare gli altri, ma anche che per poterlo fare bisogna prima di tutto avere cura di noi stessi», evidenzia. Un tema che è stato spiegato non solo a parole, ma anche immergendosi in situazioni concrete, come quelle che hanno raccontato pompieri, poliziotti, soccorritori che, in momenti diversi, hanno fatto visita ai giovani. I partecipanti hanno a loro volta potuto sperimentarlo e metterlo in pratica nelle varie attività proposte, e nei momenti comunitari e di svago. L’animatrice Celeste Audollent lo ha fatto anche mettendosi al servizio di Nicola, un ragazzo diversamente abile, aiutandolo, giorno per giorno, a superare le sue difficoltà di comunicazione al fine di integrarlo nella normale attività. «A Nicola è piaciuto il percorso ad ostacoli, soprattutto per il fatto che ad un certo punto si veniva bagnati con getti d’acqua: è stato bello vedere come si divertiva», ci racconta.

I Grest e il loro valore formativo

«Se il Grest Lugano esiste è anche grazie ad animatori come Patrick e Celeste, che si mettono a disposizione gratuitamente per vivere un’esperienza di vita e formativa», ci dice Davide Ricciardi, responsabile esecutivo di Grest Lugano. «E per noi la formazione è importante, tant’è che integriamo un campo scuola per animatori al Grest, dove si imparano le basi dell’essere animatore. E da quest’anno vorremmo estendere questo percorso durante l’intero anno, con incontri mensili in Oratorio»

Un’opportunità di crescita

Tutto ciò che gira attorno all’acqua piace sempre molto a bambini e ragazzi, soprattutto nelle calde giornate estive. È stato così anche a Bellinzona, dove la comunità di Gesù Cristo Redentore dell’Uomo di Bellinzona- Semine ha accolto, complessivamente, dal 26 giugno al 7 luglio, attorno a 240 fra bambini, ragazzi, animatori provenienti da tutta Bellinzona, ma anche dai comuni limitrofi.

Barbara Garges, una delle animatrici responsabili, ci conferma: «La visita dei pompieri con la doccia finale dalla pompa d’acqua è stato un momento molto divertente per i ragazzi». Molte altre le attività proposte, fra le quali escursioni alla scoperta del territorio, grande gioco, caccia al tesoro, attività creative. È stata coinvolta anche la comunità delle Semine, ad esempio in occasione della grande festa, iniziata con la Santa Messa. Le giornate iniziavano con una riflessione sull’importanza del vivere in comunione e sull’aiutarsi a vicenda. Il campo estivo si è concluso con il tradizionale momento finale insieme ai genitori, al quale quest’anno ha partecipato anche mons. Alain de Raemy. «È stato molto bello: prendendo spunto dalla parabola del Buon Samaritano, ha proposto ai ragazzi una riflessione con parole molto semplici sull’importanza di fare affidamento sugli altri e di aiutare senza aspettarsi niente in cambio». Il riscontro sulle due settimane di Grest da parte dei partecipanti e dei loro genitori è stato positivo. «Notiamo una crescita nei ragazzi, e anche le famiglie ci confermano dell’importanza del Grest. Questa esperienza porta cambiamenti pure nella vita degli animatori», sottolinea Barbara. «Ogni anno assistiamo a molti piccoli miracoli».

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