Card. Gracias: La Chiesa sia sempre agente di riconciliazione e pace in India

Mumbai – Siamo davvero orgogliosi della nostra nazione. Abbiamo viaggiato insieme verso lo sviluppo e il progresso, e ogni cittadino ha oggi un ruolo da svolgere. Nel 70mo Giorno dell’indipendenza ringraziamo Dio per la Chiesa cattolica dell’India, che continua a giocare una parte importante nella costruzione della nazione e nella costruzione di una comunità umana di libertà e amicizia, uguaglianza e giustizia. La Chiesa cattolica ha contribuito a costruire la nazione indiana e ha dato un apporto significativo al progresso della nostra amata nazione.

Il contributo della Chiesa cattolica nel campo dell’istruzione, in quello della sanità e in altri settori sociali, politici e culturali è unico e senza discriminazione di casta o credo. Rispondendo ai bisogni del tempo, la Chiesa cattolica dell’India è sempre stata in grado di promuovere la dignità umana e la vita.

Le statistiche rivelano che l’85% delle istituzioni sanitarie rette dalla Chiesa si trovano nelle aree rurali. Qui la Chiesa ha sempre servito con amore i più poveri fra i poveri, raggiungendo coloro che non venivano mai raggiunti con un rispetto non negoziabile per la vita e per i principi etici del cristianesimo e con una visione olistica della salute umana.

I cristiani dell’India hanno preso parte al movimento Swadeshi (1905), a quello per la Non cooperazione, al movimento per la Disobbedienza civile (1930) e al movimento Quit India (1942). La presenza cristiana all’interno della lotta per la libertà si è vista sia a livello nazionale che regionale. Quei cristiani sono stati in grado di costruire delle credenziali da combattenti per la libertà dello Stato e delle varie regioni.

Il 70mo anniversario della nostra indipendenza cade durante la festività dell’Assunzione, nel Giubileo straordinario della misericordia e durante un tempo davvero speciale anche per la nostra Chiesa. In molti Stati festeggiamo diversi centenari: la chiesa di sant’Andrea a Bandra (Mumbai) celebra 400 anni come parrocchia; la chiesa del Santo Spirito a Goa ne festeggia 500, come quella di Nostra Signora della Luce a Chennai. È davvero un dono di Dio poter vivere questi anniversari nella nostra amata madrepatria.

È molto importante anche ricordare che in questo stesso anno la beata Madre Teresa – cittadina naturalizzata indiana – sarà canonizzata: il governo ha accolto con gioia questa decisione e parteciperà all’evento con una delegazione di altissimo livello.

L’India è una nazione multi-religiosa e multi-culturale. Questa diversità è una grazia che arriva dal cielo, una benedizione. La missione della Chiesa in questo contesto richiede che la stessa Chiesa sia una comunità davvero dialogica. La nostra missione dialogica implica anche che i cattolici divengano agenti di riconciliazione e pace fra i vari gruppi. Incomprensioni reciproche, odio, discordia e discriminazioni devono essere combattuti: insieme potremo costruire un Paese giusto, di pace e armonia.

Dobbiamo sottolineare inoltre che la Chiesa difende sempre il diritto del singolo a professare la propria religione. Allo stesso tempo denuncia il proselitismo attuato con misure opinabili come frodi, forza e inganno.

L’atto di consacrazione dell’arcidiocesi di Mumbai al Cuore immacolato di Maria comprende questa preghiera: «Nella solennità dell’Assunta veniamo davanti alla Vergine nel 70mo anniversario dell’indipendenza della nostra nazione per chiederle di intercedere per la nostra amata madrepatria davanti al trono dell’Onnipotente. Possa la Sua pace regnare sulla nostra nazione e possa il popolo indiano vivere in armonia nella diversità di culture, costumi e credo. Possa il Signore aiutarci tutti a vivere come leali cittadini, uniti sotto la stessa bandiera e come figli del nostro amato Padre che è nei cieli».

Dio benedica l’India.

(AsiaNews)

16 Agosto 2016 | 11:46
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