Ticino e Grigionitaliano

Aldo e Gabriella Pogliani, dal Ticino a Roma pedalando per «Compassion»

2,2 milioni di bambini in 27 Paesi del mondo, sostenuti e aiutati, da 70 anni a questa parte, grazie alla mano di altrettanti generosi donatori, che hanno accettato, per questo aiuto, di mettersi in gioco personalmente. Fa infatti parte della «filosofia» di Compassion – organizzazione no profit cristiana, nata, in origine, per aiutare i bambini rimasti orfani dopo la sanguinosa guerra in Corea ma poi mondialmente diffusasi – l’idea che l’aiuto non debba mai essere impersonale e anonimo, ma debba coinvolgere in prima persona i benefattori, che hanno la possibilità lungo il loro percorso con il sostegno a distanza di un bambino che vive in un contesto di povertà estrema, di andarlo a trovare e conoscerlo personalmente in un viaggio. Nasce così anche l’aiuto prestato da Aldo Pogliani, oggi insegnante in pensione di Ligornetto, che dopo aver dapprima incontrato con un gruppo, in Ruanda, alcuni dei bambini sostenuti da Compassion, decide, la scorsa estate, in compagnia della figlia Gabriella, di dare avvio a una nuova importante iniziativa di beneficenza, semplice nei mezzi, chiara nell’intento: raccogliere per ogni chilometro percorso in sella alle proprie due biciclette, nel tragitto che dal Ticino porta a Roma sulla Via Francigena, il corrispettivo di un franco a Km percorso. «È da tempo – ci raccontano – che volevamo prenderci del tempo per condividere assieme un’esperienza simile, ma non pensavamo che l’occasione sarebbe arrivata tanto presto. Solo in seguito, confrontandoci con la referente per il Ticino di Compassion, abbiamo capito che il nostro pedalare avrebbe potuto prendere una piega diversa: sostenere il programma «Mamme e Neonati» di Compassion, che prevede un sostegno a 360 gradi della mamma durante la gravidanza e del neonato fino al primo anno di vita. Fase delicatissima l’attesa, la preparazione al parto e quella post partum, nel Sud del mondo è segnata da un tasso di mortalità troppo alto».

1’065 i chilometri in tutto percorsi, per 11 giorni suddivisi in altrettante 11 tappe, lo scorso settembre. Ma i fondi raccolti, tramite un contagioso passaparola diffusosi ancora prima che i due coraggiosi benefattori mettessero mano ai loro manubri, hanno superato inaspettatamente la soglia prevista: «Abbiamo attivato la piattaforma per la raccolta (Dal Ticino a Roma pedalando | TOGETHER – Compassion Svizzera Fundraising) qualche giorno prima di partire. Quasi subito abbiamo visto arrivare da amici e conoscenti diverse offerte. Un’ora prima di partire ci siamo accorti che avevamo già superato il totale complessivo che speravamo di raccogliere, mentre a due minuti dalla partenza è giunta una nuova donazione: anonima corrispondente all’intero percorso».

Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana e, infine, Lazio: a ogni tappa, ci spiegano Gabriella e Aldo, nuovi compagni di viaggio, nuovi incontri, parole di sostegno da viaggiatori, spesso, dal passaporto «internazionale»: «Ci hanno fermato chiedendoci la nostra storia persone da Israele o dal Québec. Ma abbiamo anche incontrato ciclisti che semplicemente ci fermavano per raccontarci la storia del paese che stavamo attraversando. Siamo partiti con la convinzione di racimolare ricordi indelebili, anzitutto da conservare per noi; alla fine del percorso, culminato con l’arrivo in bicicletta in piazza San Pietro, ci siamo invece accorti che eravamo diventati, per decine di bambini con le loro mamme, la mano di un Padre amorevole, in aiuto delle loro difficoltà».

La lotta a ogni forma di povertà

La povertà combattuta da Compassion può avere diversi volti, come ci spiega Laura Tedino, responsabile Compassion per la Svizzera italiana: «Può trattarsi di Paesi endemicamente poveri, colpiti ulteriormente da disastri naturali o conflitti armati. Ad esempio, grazie alla generosità dei donatori di Compassion in tutto il mondo abbiamo costruito oltre 8.000 case per le famiglie haitiane impoverite ulteriormente dopo il terremoto dello scorso anno, mentre durante la pandemia siamo riusciti a distribuire l’equivalente di 300 milioni di pasti in riserve alimentari. Attualmente, siamo nuovamente impegnati nella raccolta fondi per rispondere alla crisi alimentare che vede coinvolti anche i Paesi in cui siamo attivi, in risposta all’impennata dei prezzi».

Il programma mamma-bambino, in particolare, interviene in situazioni di gravi difficoltà, offrendo non solo un supporto spirituale: «Ogni giorno, 17.000 bambini sotto i cinque anni muoiono per cause per lo più evitabili. Il programma di sopravvivenza è rivolto alle madri in attesa e ai loro piccoli che vivono in condizioni di estrema povertà. Fornisce loro un supporto sostenibile per le loro esigenze sanitarie, economiche e sociali prima, durante e dopo il parto. Le madri imparano: non sono sola, mio figlio può sopravvivere, abbiamo una speranza».

Dalla guerra di Corea al presente

Una storia, quella di Compassion, che inizia negli anni immediatamente successivi la sanguinosa guerra di Corea, quando il pastore riformato Everett Swanson si rende conto della povertà più grande lasciata dietro di sé dalla realtà della guerra: migliaia di profughi orfani, costretti a vivere da soli per strada, nella più totale indigenza. È dall’ispirazione di quell’uomo di fede che, ancora oggi, Compassion si definisce organizzazione dai valori cristiani: «Compassion è una ONG di ispirazione cristiana. La speranza cristiana permea il nostro lavoro, anche se la ONG sostiene i bambini indipendentemente dal loro credo».

In Ticino

Compassion è attiva in Ticino dal 2018. Recentemente alcune nuove iniziative: «Dal 26 agosto al 12 settembre scorso abbiamo ospitato Noel Pabiona, direttore di Compassion Filippine, in tour in Svizzera, tra cui tre date in Ticino. Grazie a Chiasso Tv siamo riusciti a dare molta rilevanza all’evento. Sempre dal 2018 siamo attivi anche in eventi sportivi, e presenti alla StraLugano, con la Run4Charity. Abbiamo inoltre avuto una buona collaborazione con il Comune di Taverne e organizzato incontri informativi anche in luoghi di solito adibiti allo svago, proprio per raggiungere persone magari distanti dalla nostra realtà o dalla chiesa, ad esempio al Blu Bar Restaurant di Locarno. Attualmente, stiamo organizzando la testimonianza di Vivian ex bambina sostenuta della Tanzania in una scuola professionale nel Locarnese a marzo 2023. Ma l’aiuto più bello, spesso, è quello non programmato, quello che arriva spontaneo dai donatori e sostenitori che hanno fiducia nella ONG, aprendo nuove porte per farla conoscere».

LQ

15 Novembre 2022 | 07:36
Tempo di lettura: ca. 4 min.
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