La gran regina del Cielo e le benedettine di Claro (copertina del volume) @catt.ch
Ticino e Grigionitaliano

Libro: «La Gran Regina del Cielo e le Benedettine di Claro»

Si è tenuta ieri mattina, domenica 12 dicembre, nella sala della foresteria del Monastero di Claro, la presentazione del libro curato dalle ricercatrici Miriam Nicoli e Franca Cleis «La Gran Regina del Cielo e le Benedettine di Claro» (edizioni Dadò, 2021). Il volume – che pubblica, per la prima volta in modo integrale, un antico manoscritto, attraverso il quale la locarnese suor Ippolita Orelli raccontò, su suggerimento del vicario delle monache di allora, mons. Girolamo Strada, negli anni Novanta del Seicento, le origini della Comunità monastica – è stato presentato da Laura Quadri, redattrice di Catholica e ricercatrice presso l’Istituto di Studi italiani dell’Università della Svizzera italiana.

La storia raccontata da suor Ippolita

Il manoscritto risale ai fatti accaduti nella metà del Quattrocento. Suor Scolastica Vicemalis, è nobildonna, monaca professa al monastero di Sant’Uldarico al Bocchetto di Milano, quando si ammala di lebbra. Dopo infruttuosi tentativi di guarigione, seguendo il consiglio di una donna della Val di Blenio, di passaggio a Milano, decide di recarsi in pellegrinaggio a Claro, alla chiesa originariamente dedicata a Santa Maria, luogo di devozione noto già in epoca medievale. Con Veronica Ghisolti, sua consorella, e un seguito di serve e servitori, si reca nel luogo santo e, miracolosamente, ottiene la guarigione della Vergine che, apparendole in sogno, la chiama anche ad erigere un monastero. La Madonna riappare in seguito per specificare che il monastero deve essere eretto «sulla rocca». È l’inizio, questa prima pietra posata, del complesso monastico, che ospiterà, di lì a poco, le prime monache benedettine ticinesi, di quello che è, ad oggi, il monastero più antico del Ticino. Mentre fervono i lavori, sulla fine del XV secolo, suor Scolastica con altre tre monache e tre giovani donne fondando la loro comunità religiosa nei pressi della chiesa, rifacendosi alla regola di San Benedetto da Norcia. L’8 maggio 1490, in presenza di quattro canonici del Capitolo del Duomo di Milano, il monastero benedettino viene riconosciuto ufficialmente con dignità abbaziale. Il 13 maggio 1490 suor Scolastica è eletta abadessa della comunità composta ora da Benedetta de Sala, Francesca de Usmate, Caterina de Roveredo, Battista de Milieli, Maddalena de Scheggia e Gerolama de Birago. L’atto di fondazione, approvato dal pontefice Alessandro VI, nel 1497, riconosce alle monache il possesso della chiesa di Santa Maria Assunta e dei beni ad essa annessi. Il luogo santo acquista visibilità e devozione fra il popolo: nel 1519 le sorelle sono già 16.

Il monastero di Claro, «miracolo della provvidenza»

«Attraverso il manoscritto di suor Ippolita è tutta la comunità, che vede, che ascolta, che prega e riflette su ciò che le ha radunate lì, sulla rupe. Fare memoria diventa un compito corale, collettivo, dell’intera comunità», ha sottolineato Laura Quadri durante la presentazione. Nel manoscritto si raccontano anche tutti gli interventi successivi della Vergine in favore della Benedettine, per sopperire provvidenzialmente ai bisogni delle prime monache, permettendo alla Comunità di consolidarsi. «La storia del monastero di Claro, nel suo dinamismo, ci racconta di una misericordia «vissuta», che muove le cose, fatta di gesti, di richieste fatte anche con una certa insistenza e di risposte che, dal Cielo, non si fanno attendere. Il monastero stesso, si scrive nel manoscritto, è «un continuo miracolo della provvidenza». Ippolita, infatti, per citare le due autrici, «ci presenta Maria come madre che ascolta, ma soprattutto come consigliera, guida, maestra, come lo fu per Gesù nell’infanzia e nell’ora della rivelazione». Rispettivamente, risalta l’agire femminile delle monache, modellato sull’agire di Maria, «donne che, in una società di uomini, gestiti da uomini, dalla fine del XV secolo, viaggiano, decidono, ordinano, costruiscono, scrivono». «Una semplice analisi grammaticale – scrivono le Autrici, dando l’input per nuove ricerche – permette di identificare un linguaggio attivo, che rivela come la comunità si percepisse: dinamica e laboriosa»».

L’importanza della scoperta

Il documento di suor Ippolita è di tutto interesse, potendo ritenere questa monaca benedettina – come spiegano le studiose nel volume – «la prima storica conosciuta che ha operato nei Baliaggi italiani del Corpo elvetico» e il suo documento «una tra le più antiche scritture femminili ad oggi rinvenute in quel territorio che è il Canton Ticino». Nicoli e Cleis pubblicano, assieme allo scritto di suor Ippolita, l’Annuario e il libro dei Necrologi della Comunità, fonti che permettono di chiarire chi fossero le giovani che formarono e nutrirono la comunità benedettina tra il XV e il XVII secolo. Il libro dei Necrologi, invece, fu redatto negli anni Novanta del Settecento dall’allora cancelliera e abbadessa Giuseppa Caterina Totti.

A queste testimonianze, nel volume viene anche pubblicato il testo, a metà tra l’affresco biografico e il necrologio, della monaca Maria Agnese Forni, scritto dalla consorella Giovanna Maria agli inizi del Novecento.

Infine, in un capitolo apposito, intitolato Altre voci dal Cinquecento e dal Seicento, Nicoli e Cleis, a dimostrazione di come «l’alfabetizzazione femminile nelle vallate a sud delle Alpi doveva essere più diffusa di quello che abbiamo pensato fino ad oggi», pubblicano anche una serie di scritture, elaborate tra il XVI e il XVII secolo, da alcune donne, monache soprattutto, originarie dei baliaggi ticinesi tra il XVI e il XVII secolo. Vi troviamo così la petizione dell’abbadessa Benedetta Menga in favore del prevosto di Biasca Giovanni Basso (del 1589), gli Appunti di Suor Placida Ambrosetti del 1629, le lettere e il memoriale dell’abadessa Anna Francesca Gabuzzi, redatto tra il 1666 e il 1667.

La pubblicazione La Gran Regina del Cielo e le Benedettine di Claro si inserisce in un importante campo di studi internazionali e nel prolungamento di una ricerca pluriennale, svolta da Nicoli e Cleis sul tema delle scritture femminili e della spiritualità delle donne in Svizzera. In particolare le due studiose sono anche le autrici di Un’illusione di femminile semplicità. Gli Annali delle orsoline di Bellinzona (1730-1846), volume che raccoglie gli Annali del Collegio delle orsoline di Bellinzona, dalla sua data di fondazione, il 1730 al 1848 e che verrà presentato prossimamente.

Il servizio televisivo sul libro, andato in onda a Turné, su RSI LA1, sabato 11 dicembre 2021

Il servizio radiofonico sul libro, andato in onda il 4 dicembre 2021 su Rete Due

Qui puoi acquistare il volume

Laura Quadri

La gran regina del Cielo e le benedettine di Claro (copertina del volume) @catt.ch
13 Dicembre 2021 | 23:09
Tempo di lettura: ca. 4 min.
libro (126)
Condividere questo articolo!