La missionaria ticinese suor Gianolli sull’emergenza Covid-19 a Peralvillo
«Grazie per il vostro lavoro nel ricordare i missionari sparsi nel mondo. E’ molto incoraggiante pensare che ci sono persone che ci hanno nel cuore anche a migliaia di chilometri di distanza!». Così esordisce la ticinese suor Nadia Gianolli al nostro invito di raccontarci dal vivo la sempre più preoccupante situazione sanitaria ed economica del Perù. Suor Nadia, della Congregazione delle Piccole Figlie del Sacro Cuore di Gesù, con due consorelle peruviane, si occupa di pastorale ed educazione a Peralvillo, una cittadina di oltre 15 mila abitanti sorta 57 anni fa dal nulla, a 80 km da Lima, in Perù. Le religiose sono impegnate in un lavoro educativo a tutto campo: la scuola parrocchiale per circa 500 ragazzi di diversa età, dall’asilo fino alla quarta media, il catechismo, le visite ai malati, ai carcerati e alle famiglie. «Grazie al Cielo noi stiamo bene – ci confida suor Nadia – stiamo chiuse in casa il più possibile come ci è chiesto dalle autorità. Cerchiamo di accompagnare tutti, specialmente con la preghiera. Guardiamo con preoccupazione i contagi anche nelle diverse congregazioni religiose. La nostra casa madre di Sale, in Piemonte, è stata pesantemente colpita dal coronavirus. Ma la certezza che il Signore Risorto è sempre con noi e non ci abbandona mai é la nostra forza!» La situazione sanitaria del Perú è quasi al collasso. Le strutture, già carenti prima della pandemia, non sono in grado di far fronte all’emergenza. «Nella cittadina dove abitiamo – prosegue suor Nadia – non abbiamo un ospedale. Per l’assistenza sanitaria di base dobbiamo recarci a Chancay, una località vicina, ma purtroppo i servizi medici migliori sono tutti concentrati nella capitale, a Lima. Per questa emergenza stanno trasformando alcuni palazzi, costruiti per i giochi panamericani, in ospedali da campo. Ma i posti letto in cure intense si stanno esaurendo rapidamente ». La normale attività scolastica anche in Perù è fortemente condizionata dalla pandemia. Lo Stato sta cercando di fornire agli studenti che non hanno la corrente elettrica nelle loro case, dei tablet ricaricabili con l’energia solare per permettere loro di continuare a studiare a distanza tutto l’anno scolastico. La scuola parrocchiale «Pequena Belén», dove prestano il loro servizio due delle tre religiose che operano con suor Nadia, è chiusa come tutte le sedi scolastiche peruviane. «Una volta al mese – continua la religiosa – c’è la distribuzione di viveri per tutti gli alunni, perché normalmente lo Stato procura tutto l’anno un pasto per i bambini della scuola dell’infanzia e della scuola elementare. Anche il lavoro in parrocchia è completamente fermo. Cerchiamo di stare vicini ai parrocchiani telefonando. Abbiamo creato un gruppo whatsapp attraverso il quale commentiamo la Parola di Dio. Con i ragazzi ci troviamo per il Santo Rosario o per fare qualche ripasso di catechismo in maniera ludica. Abbiamo organizzato un gruppo di preparazione alla cresima e un gruppo del post-cresima in modalità virtuale. Con quel poco che si ha, si cerca di essere creativi». In Perù la situazione economica si sta deteriorando rapidamente e temiamo che il peggio debba ancora arivare. Molte persone non hanno un lavoro fisso e la chiusura delle attività ha creato molta disoccupazione. La pandemia sta mettendo in ginocchio molte famiglie, soprattutto nella capitale, che non riescono a pagare l’affitto e hanno sempre meno soldi per sfamarsi. Per questo motivo migliaia di persone stanno ritornando nei loro luoghi d’origine che si trovano nelle zone di montagna. Questi spostamenti di massa, in Perù come altrove, si rivelano essere un grave pericolo per la salute pubblica. «Questa pandemia – continua suor Nadia – porta disagi grandissimi alle persone piú bisognose, peró c’è anche molta generosità: alcuni preparano del cibo per chi si trova in viaggio da giorni e lo distribuiscono lungo le strade. La nostra parrocchia sta raccogliendo soldi e viveri per distribuirli a chi è veramente nel bisogno. Noi aiutiamo segnalando le famiglie che conosciamo , private dell’aiuto dello Stato perché, purtroppo, la corruzione è dilagante e non sempre i contributi governativi arrivano a destinazione. Penso che questo tempo di pandemia faccia venire alla luce com’è il cuore delle persone: o di «pietra» o di «carne». Una domanda che pongo anche a me stessa: com’è il mio cuore? Solo guardando a Gesù, al Dio amore, riesco a pensare al futuro con speranza. Nel nostro piccolo, come vuole il nostro carisma, cerchiamo di testimoniare il volto misericordioso di Dio. Una bella sfida in questo periodo così drammatico. Grazie di cuore per aver pensato anche a noi, così lontani ma così vicini, perché figli dello stesso Padre!», conclude suor Nadia.
Chi desidera sostenere l’attività, in Perù, di suor Nadia Gianolli può farlo con un versamento sul conto bancario (IBAN 370- 94497761-1-34) intestato a: Zunilda Angelica Rodriguez Vera e Elsa Lucila Crisostomo Perez, Saenz Peña 128-Chancay, presso il Banco del Credito del Perù (BIC / SWIFT: BCPLPEPL).
Federico Anzini