Davide De Lorenzi

Ponti e muri, scuola e poesia

Lasciando gli allievi più grandi a giugno avevo chiesto loro un piccolo compito: al rientro dalle vacanze raccontatemi cosa è successo nel mondo. Non vedo l’ora di ascoltarli. Ho fatto anch’io il compito e quello che ho visto è un mondo che ha bisogno di ponti. Ponti per unire, portare aiuto, ponti per la conoscenza reciproca, per la solidarietà, per la giustizia. Intorno a noi invece crescono muri: un Mediterraneo blindato, frontiere con il filo spinato per impedire il passaggio di disperati. Persino alle nostre latitudini alcuni politici di grande peso hanno avuto la brillante idea di proporre la chiusura delle frontiere e la costruzione di muri. Anche molti cristiani la pensano così. Mi sembra che il Vangelo contenga tuttavia un’altra storia. E che l’andare verso le periferie di papa Francesco implichi la distruzione dei muri esistenti, non nuove edificazioni.

È tempo di costruire ponti, anche grazie alla scuola, e alla poesia…

 

 

PRIGIONE

 

Vivere una sola vita,

in una sola città,

in un solo paese,

in un solo universo,

vivere in un solo mondo è prigione.

 

Amare un solo amico,

un solo padre,

una sola madre,

una sola famiglia,

amare una sola persona è prigione.

 

Conoscere una sola lingua,

un solo lavoro,

un solo costume,

una sola civiltà,

conoscere una sola logica è prigione.

 

Avere un solo corpo,

un solo pensiero,

una sola coscienza,

una sola essenza,

avere un solo essere è prigione.

 

Ndjock Ngana, da ” Foglie vive calpestate»

| © flickr.com/photossesga
31 Agosto 2015 | 07:15
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