Ticino e Grigionitaliano

Messa di apertura dell'anno scolastico per le Scuole San Benedetto

«Quest’anno sono andato nelle classi invitando i ragazzi a scrivere le intenzioni per cui avrebbero voluto pregare; sono state tantissime, ma quello che mi ha colpito ancor di più sono stati i temi che hanno toccato: ho detto loro che erano gli stessi per cui avrei voluto pregare anch’io». Salutando il vescovo Valerio Lazzeri, il coordinatore didattico delle scuole della Fondazione San Benedetto (e direttore della media) Roberto Laffranchini ha raccontato come i ragazzi si sono preparati per la tradizionale messa di inizio anno degli allievi dell’asilo La Carovana, della elementare Piccolo Principe e della media Parsifal. Tradizionale, appunto. È abbastanza scontato che una scuola dichiaratamente cattolica, seppur aperta a tutti, proponga una messa; il rischio è che sia un appuntamento scontato, o peggio obbligato, quindi formale. Invece le tante intenzioni espresse dai ragazzi che sono poi grandi domande e intime speranze, hanno fatto capire subito che per molti di loro quello non era un momento estrinseco a un’esperienza di scuola dove studiando e imparando si sentono accolti proprio a nelle loro esigenze più profonde. «Prego perché la mia famiglia sia felice», «perché io sia accettato dai miei genitori per quello che sono e non per quello che pensano», «perché senta in me sempre questo desiderio di imparare e di scoprire, che la mia curiosità per la vita non finisca mai». C’è una ragazzina di 11 anni che confessa: «Mi tremano le gambe ogni tanto e non riesco più ad andare avanti, sono incerta sulla via da seguire; prego per chi ha avuto una grande perdita, so come ci si sente; ma ho conosciuto anche le grandi gioie che ci danno la forza di vivere». Si prega anche per la nuova sede, che sorgerà a Porza, «perché sempre più ragazzi possano venire qui: si sta bene tra noi ed è bello coi docenti». Monsignor Lazzeri ha commentato le intenzioni ribadendo come «possiamo sentirci abbracciati e sostenuti ora e guardare al futuro con desiderio e speranza perché Gesù, che è sempre al nostro fianco. Magari qualcuno si ricorda di quanto fossero più comode le vacanze, quando non c’erano le lezioni e ci si svegliava tardi. Che cosa ci permette di vivere bene la scuola ora? Incontrare a scuola qualcosa di bello e grande. E io vi dico il suo nome, un nome che passa attraverso volti ed esperienze: Gesù». Perciò, ha richiamato con forza il vescovo: «coraggio e al lavoro!»

27 Settembre 2019 | 21:13
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