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Angelus: la logica della fede

Lo stupore della gente di Nazaret, nel vedere che uno del loro paese, ‘il figlio di Giuseppe’ si presenta come il Cristo, l’inviato del Padre, su cui si è posato lo Spirito Santo. E’ ciò che racconta il brano del Vangelo di oggi in continuità con quello di domenica scorsa. Quella gente vuol vedere per credere. E il Papa commenta: «Essi ritengono che, essendo Lui uno di loro, debba dimostrare questa sua strana «pretesa» facendo dei miracoli lì, a Nazaret, come ha fatto nei paesi vicini. Ma Gesù non vuole e non può accettare questa logica, perché non corrisponde al piano di Dio: Dio vuole la fede, loro vogliono i miracoli, i segni; Dio vuole salvare tutti, e loro vogliono un Messia a proprio vantaggio.

Il rifiuto all’inizio del ministero di Gesù
Ma i suoi compaesani non accettano l’invito di Gesù «ad aprire i loro cuori alla gratuità e alla universalità della salvezza», e diventano aggressivi tanto da cacciare Gesù fuori dalla città. Rifiuto e minaccia di morte stanno all’inizio del suo ministero: «Gesù, nel vivere la missione affidatagli dal Padre, sa bene che deve affrontare la fatica, il rifiuto, la persecuzione e la sconfitta. Un prezzo che, ieri come oggi, la profezia autentica è chiamata a pagare. Il duro rifiuto, però, non scoraggia Gesù, né arresta il cammino e la fecondità della sua azione profetica

I discepoli di Gesù: persone coraggiose e perseveranti
Anche il mondo di oggi, dice Francesco, ha bisogno di vedere nei discepoli del Signore delle persone coraggiose nella vita cristiana: «Persone che seguono la «spinta» dello Spirito Santo, che le manda ad annunciare speranza e salvezza ai poveri e agli esclusi; persone che seguono la logica della fede e non del miracolismo; persone dedicate al servizio di tutti, senza privilegi ed esclusioni.»

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3 Febbraio 2019 | 16:00
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fede (114), Papa (1256)
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