Australia, il segreto è reato

Un anno fa, era l’agosto del 2017, la «Commissione reale» incaricata dal governo australiano di indagare le risposte delle istituzioni alla piaga degli abusi sessuali su minori aveva reso noto (dopo 4 anni di lavoro) 85 «raccomandazioni» su come migliorare il sistema giudiziario australiano. Pochi giorni fa, una legge che richiede in alcuni casi ai sacerdoti cattolici di rompere il sigillo della confessione è stata approvata dall’Assemblea legislativa del Territorio della Capitale Australiana, a Canberra. Tra le raccomandazioni della Commissione c’era appunto la possibilità di rendere reato la mancata denuncia da parte di un sacerdote di molestie o violenze su minori apprese nella celebrazione del sacramento della riconciliazione.

La notizia è stata data dal Catholic News Service (e rilanciata dalla rivista dei gesuiti America) lo scorso 7 giugno. L’agenzia affermava che la legislazione è passata senza emendamenti e che l’arcidiocesi di Canberra e Goulburn ha ora nove mesi di tempo per negoziare con il governo le prassi che saranno introdotte quando la nuova legislazione sarà in vigore.

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11 Giugno 2018 | 11:10
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