Prosciolto il Cardinale australiano George Pell

Il Cardinale George Pell è stato prosciolto dall’Alta Corte Australiana dalla accusa di pedofilia, per la quale stava scontando in carcere – dal dicembre 2018 – sei anni di reclusione. La magistratura australiana ha accolto il ricorso presentato dal porporato.

Il presule, 78 anni, già Prefetto della Segreteria per l’Economia della Santa Sede, sarà immediatamente rilasciato ed lascerà così il carcere di massima sicurezza di Barwon. Pell – che sempre si era dichiarato innocente – era stato accusato di molestie sessuali nei confronti di due chierichetti nella cattedrale di Melbourne oltre 20 anni fa.

«Questa sentenza rimedia ad una seria ingiustizia. Il mio processo non è stato un referendum sulla Chiesa cattolica; né un referendum su come le autorità della Chiesa in Australia hanno affrontato il crimine di pedofilia. Il punto era se avevo commesso questi terribili crimini e non l’ho fatto», il commento del porporato.

L’Alta Corte australiana ha ritenuto che la Corte d’appello di Victoria «ha mancato di affrontare la questione se rimanesse una ragionevole possibilità che il reato non avesse avuto luogo», si legge in una nota diffusa dalla magistratura.

Già Arcivescovo di Melbourne e di Sidney, Pell è stato creato cardinale da Giovanni Paolo II nel concistoro dell’ottobre 2003. Nel 2014 Papa Francesco lo aveva chiamato in Vaticano come capo della neonata Segreteria per l’Economia. Incriminato nel 2017, aveva lasciato Roma con il permesso del Papa per affrontare il processo. Condannato nel dicembre 2018 ed immediatamente imprigionato, la pena di 6 anni venne confermata in appello nel marzo 2019. Oggi la sentenza di proscioglimento dopo l’accoglimento del ricorso presentato dal porporato.

La Santa Sede, che ha sempre riposto fiducia nell’autorità giudiziaria australiana, accoglie con favore – si legge in un comunicato ufficiale – la sentenza unanime pronunciata dall’Alta Corte nei confronti del Cardinale George Pell, che lo proscioglie dalle accuse di abuso su minori, revocandone la condanna».

Il porporato australiano, ricorda la nota, «nel rimettersi al giudizio della magistratura – ha sempre ribadito la propria innocenza, attendendo che la verità fosse accertata». Con l’occasione, conclude la Sala Stampa, «la Santa Sede riafferma il proprio impegno a prevenire e perseguire ogni abuso nei confronti dei minori».

(ACIStampa/Vatican News/red)

7 Aprile 2020 | 07:09
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