Irlanda: no dei vescovi al referendum sull’aborto

«Se la società accetta che un essere umano abbia il diritto di porre fine alla vita di un altro, allora non è più possibile rivendicare il diritto alla vita come diritto umano fondamentale per nessuno». Il vescovo irlandese Kevin Doran (Elphin), presidente del gruppo sulla bioetica della Commissione episcopale in un «messaggio pastorale», pubblicato domenica scorsa, torna sul tema dell’aborto, alla viglia di un incontro di governo che oggi dovrebbe dare il via libera e definire le date del referendum sull’aborto.

Il si all’aborto giustificherebbe i diritto all’eutanasia

«Se concediamo qualsiasi motivo all’aborto, gli stessi argomenti saranno usati per giustificare la fine della vita di persone anziane, fragili o con disabilità significative. Se attraversiamo questa frontiera, non sarà facile tornare indietro», scrive il vescovo. Mons. Doran spiega che le conseguenze di un’eventuale rimozione dalla costituzione dell’art. 40.3.3, l’»emendamento pro-vita», sarebbero gravi perché eliminerebbero dalla Costituzione il «riferimento al diritto alla vita» di madre e bambino, senza sostituirlo con nulla: «sarebbe come un assegno in bianco» nelle mani del governo, libero in futuro di introdurre qualsiasi regime di aborto voglia.

La Chiesa sostiene la donna affinché possa scegliere la vita

Il vescovo incoraggia a compassione, verità, preghiera, sostegno alle donne e comunica che, qualsiasi cosa succeda alla Costituzione, si stanno studiando le vie per «essere in grado di offrire ulteriore sostegno alle donne perché possano scegliere la vita non solo per il bambino ma per loro stesse». (Agenzia Sir)

VaticanNews

1 Febbraio 2018 | 12:10
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