Venerdì Francesco apre il primo incontro internazionale per il disarmo nucleare
Il trattato per la proibizione delle armi nucleari, o trattato per la messa al bando delle armi nucleari, è il primo trattato internazionale legalmente vincolante per la completa proibizione delle armi nucleari, rendendole illegali, in un percorso verso la loro completa eliminazione. Dopo l’apertura delle firme del 20 settembre scorso è stato firmato in soli due giorni da ben 53 stati, tre dei quali (Guyana, Santa Sede e Tailandia) l’hanno anche immediatamente ratificato. Infatti, in base all’articolo 15, il trattato entrerà in vigore 90 giorni dopo il deposito del cinquantesimo strumento di ratifica e l’odierno Incontro si situa proprio in questa attesa, che vede la Santa Sede scalpitare in prima fila.
Si tratta di una sfida che, come ha più volte sottolineato Papa Francesco, richiede la «responsabilità morale degli Stati» e una «strategia comune del dialogo». proprio per questo il Simposio vedrà la partecipazione congiunta di 11 Premi Nobel per la Pace, dei vertici di ONU e NATO, dei Diplomatici rappresentanti degli Stati tra cui Russia, Stati Uniti, Corea del Sud, Iran, nonché dei massimi esperti nel campo degli armamenti ed esponenti delle fondazioni, delle organizzazioni e della società civile da tempo impegnate attivamente sul tema. Saranno altresì presenti, oltre ai rappresentanti delle Conferenze episcopali e delle Chiese, a livello ecumenico e di altre fedi, anche delle delegazioni di docenti e studenti provenienti dalle Università di Stati Uniti, Russia e Unione Europea. Particolarmente significativa sarà poi la testimonianza di Masako Wada, Assistant Secretary General della Nihon Hidankyo, una delle ultime superstiti del bombardamento di Hiroshima, che interverrà in rappresentanza delle vittime delle armi atomiche così come di tutte le vittime degli altri esperimenti nucleari.