Allarme e contromosse della Corea del Sud – Pyongyang minaccia nuovi test

La Corea del Sud ha lanciato un allarme su ulteriori test missilistici della Corea del Nord, mentre al Consiglio di sicurezza dell’Onu è esploso ieri il disappunto degli Stati Uniti, con l’ambasciatore, Nikki Haley, che, ad un laconico «quando è troppo e troppo», ha aggiunto la richiesta di «più forti misure possibili» contro Pyongayang, anticipando la circolazione di una bozza di risoluzione.

Sulla Corea del Sud, che oggi ha avviato massicce esercitazioni militari navali, pende uno stato d’emergenza permanente: un nuovo test nucleare è possibile in ogni momento, e nuovi lanci di missili intercontinentali sono ipotizzabili in date sensibili per la storia del regime comunista di Pyongyang. Gli analisti indicano il 9 settembre, giorno della fondazione dello stato, e il 10 ottobre, dedicato alla nascita del Partito dei lavoratori nordcoreano. Al Palazzo di Vetro, in avvio dei lavori sul sesto test nucleare della storia nordcoreana, la condanna internazionale è stata unanime, mentre a Seoul l’agenzia d’intelligence sudcoreana ha tracciato un quadro allarmante sugli scenari futuri: ha indicato che un vettore balistico intercontinentale è, di fatto, sulla rampa di lancio, con una traiettoria verso il Pacifico settentrionale simile a quella del Hwasong-12 di fine agosto, che ha sorvolato il Giappone ed è finito poi in mare. Anche i leader del g7 hanno condannato «nei termini più forti possibili il nuovo test nucleare condotto dalla Corea del Nord», definendolo «irresponsabile». Hanno sollecitato l’adozione di nuove misure più forti, in linea con le richieste del presidente sudcoreano, Moon Jae-In, che, in un colloquio telefonico ieri sera con il presidente russo Vladimir Putin, ha affermato che è ormai giunto il tempo che l’Onu «consideri seriamente i modi di bloccare le fonti di valuta estera di Pyongyang, incluso lo stop alle forniture di petrolio e all’export di forza lavoro». Dopo avere condannato il test, Putin ha comunque detto di ritenere che le sanzioni contro Pyongyang siano «inutili e non efficaci».

Su un altro versante, quello cinese, l’ambasciatore all’Onu, Liu Jieyi, ha chiesto a Pyongyang di «smettere di intraprendere azioni sbagliate», auspicando «misure pratiche» per risolvere pacificamente la crisi nell’Asia orientale. Intanto, la Corea del Sud rafforza il deterrente militare grazie all’accordo con gli Stati Uniti sulla rimozione del limite di carico alle testate per i suoi missili.

News.va

6 Settembre 2017 | 18:00
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