Manuela Masone

Poesia

«Bisogna aver fiducia nella poesia, bisogna proprio aver fiducia in un linguaggio poetico che non vuole dimostrare altro che tutto è sovrapposto, sfumato, fatto di cose difficili da dire ma che magari si evocano» (Daniele Finzi Pasca, Rsi La1, Storie, 28.12.2014)

Il dibattito sui finanziamenti all’arte e alla cultura che ha interessato l’attualità negli ultimi mesi dell’anno scorso ha fatto emergere domande che richiedono a mio parere una riflessione sul significato dell’arte, sui suoi contenuti e il suo linguaggio. Si è parlato infatti dell’importanza della cultura per lo sviluppo di una società ma la questione è più profonda, riguarda l’uomo e la sua capacità di cogliere la realtà a livello intuitivo. Vi sarà già capitato, leggendo un romanzo, guardando un film o uno spettacolo teatrale, o semplicemente osservando un quadro o ascoltando della musica, di capire qualcosa di importante per la vostra vita? Questa specie di illuminazione interiore è la conoscenza intuitiva che alcuni chiamano anche intelligenza emozionale perché implica il nostro lato emotivo. Non si tratta di un optional della nostra esistenza ma rispecchia il nostro duplice modo di conoscere: attraverso ragione e sentimenti.

Il linguaggio dell’arte, o linguaggio poetico, ci parla in modo sfumato di cose che a volte neanche lo stesso artista ha pienamente colto ma cerca di comunicare, suscitando in noi un’esperienza conoscitiva. Ricordate la scena del film «L’attimo fuggente» in cui l’insegnante chiede agli allievi di salire in piedi sulle scrivanie, per vedere la realtà da un altro punto di vista? Questo fa l’arte: ci permette di vedere tutto da un’altra angolazione che arricchisce o completa la visione di noi stessi, degli altri, della società, della storia…

16 Gennaio 2015 | 11:55
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