Laura Quadri

Essere laici consapevoli nelle parole di Luciana Leone

di Laura Quadri

Domenica si è svolta a Giubiasco con molto successo e in clima di fervente preghiera la Giornata Regionale Svizzera del Rinnovamento dello Spirito Santo, incontro che vede riunirsi tutti i gruppi di preghiera della Svizzera appartenenti al movimento. Ospiti di quest’anno, cui sono state affidate le catechesi, Padre Rosario Mauriello, superiore provinciale dei Camilliani – che segue le attività formative del Rinnovamento in Campania – e la moglie di Salvatore Martinez, presidente nazionale del movimento, Luciana Leone. Abbiamo voluto intervistare quest’ultima per voi:
D – La maggior parte dei membri del Rinnovamento sono laici. Cosa significa essere dei laici consapevoli?
R- Fondamentalmente, la consapevolezza di un laico cristiano sta tutta nella riscoperta del Battesimo. Noi viviamo spesso il nostro essere cristiano in maniera annacquata perché questa grazia ricevuta nel Battesimo rimane come un meraviglioso pacco dono confezionato, non gustato. Essere consapevoli significa provare a spacchettare questo dono, per capire che al suo interno ci possono essere grazie immense, carismi straordinari, vocazioni, missioni, la chiave per la propria realizzazione. La consapevolezza è anche comprendere che lo Spirito Santo ci rinnova profondamente, dal di dentro. Dobbiamo quindi fare continua richiesta di essere rigenerati, come Nicodemo, il quale chiede tra l’altro a Gesù cosa significa rinascere dall’alto. Ecco che per acquisire consapevolezza siamo chiamati a rinascere continuamente dall’alto, a respirare di quella cultura della Pentecoste che ci fa poi vivere nel mondo con l’atteggiamento giusto. Un laico per definizione è qualcuno che sta nel mondo ma deve farlo con la consapevolezza del battezzato. Se riusciamo a vivere così, porteremo Gesù negli ospedali, nelle università, nei luoghi più disparati: insomma, nella storia. Un laico consapevole è un laico che sa di essere battezzato nello Spirito, mette a frutto questa grazia e porta nella storia lo Spirito della Pentecoste.
D- Qual è la missione del Rinnovamento oggi?
R- Bisogna sottolineare che il Rinnovamento non ha un fondatore vero e proprio: esso è frutto diretto dello Spirito. Tuttavia, vi è un carisma fondativo, la disposizione alla preghiera. Negli ultimi anni però lo Spirito ha chiesto di più: non soltanto di rimanere nel Cenacolo ma di andare anche nella piazza. Nel corso della nostra storia abbiamo compreso che non ci può essere Cenacolo senza piazza, e piazza senza cenacolo. Questo si è concretizzato in tante missioni, ad esempio nelle carceri e con gli extra-comunitari. Incarniamo lo Spirito della Pentecoste nelle piaghe dell’umanità, pur rimanendo nel nostro portato, cioè l’annuncio del kerigma, l’evangelizzazione, la riscoperta dei sacramenti, toccando le realtà ferite della nostra società.
D – Un punto più personale: che cos’è per te la preghiera di lode? Come la vivi?
R- La più bella definizione della preghiera di lode la troviamo nel Catechismo: mentre tutte le altre forme di preghiera sono forme questuanti, la preghiera di lode è quella che riconosce Dio per ciò che è. Ed è forse il modo più bello per rivolgersi a Dio, perché quando lodiamo, il Signore ci salva. Dio non ha veramente bisogno della nostra lode: è già infinitamente grande, ma per un prodigio, per volontà di Dio, quando lodiamo ci santifichiamo. Qui sta tutta la bellezza della preghiera di lode.
D – Un’ultima domanda: da giornate come queste cosa ti porti a casa?
R- Sicuramente il senso della comunità. Il cristiano non è fatto per camminare da solo. Abbiamo necessità di vivere la dimensione ecclesiale e non solo quella tradizionalmente intesa come la parrocchia, ma anche luoghi di aggregazione, come i movimenti. Sono fondamentali per farci sentire corpo. Nel corpo ci si sostiene, si cammina insieme: il membro più fragile ha bisogno del membro più forte. Inoltre nella dimensione ecclesiale-comunitaria si alimenta il sensus fidei e ci sono pure tanti carismi che si mettono in atto. I carismi sono contagiosi, quindi dallo stare insieme nasce la profezia, il canto, le illuminazioni. Lo Spirito ci istruisce. Non lo fa nel silenzio? Certamente! Ma proprio perché siamo esseri in relazione abbiamo bisogno della comunità.

12 Settembre 2016 | 09:49
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