Lugano, 14 ottobre 2017 -  Inizio della celebrazione liturgica della dedicazione dell' altare della Cattedrale
Ticino e Grigionitaliano

Petizione: per il nuovo Vescovo di Lugano c'è il desiderio di «cambiare le regole»

Tre mesi fa, il 10 ottobre 2022, la diocesi di Lugano viveva uno dei passaggi più difficili e traumatici della sua breve storia: le dimissioni del vescovo, monsignor Valerio Lazzeri e la conseguente nomina di un amministratore apostolico, individuato dalla Santa Sede nel vescovo ausiliare di Ginevra, monsignor Alain de Raemy. La situazione createsi con le dimissioni di Lazzeri ha fatto riaffiorare un vecchio argomento latente tra la gente nella diocesi di Lugano riguardo all’opportunità di modificare la convenzione del 1968 (stipulata tra la Confederazione e il Vaticano) che obbliga il Papa a nominare per la diocesi di Lugano un vescovo «scelto tra i sacerdoti cittadini ticinesi». Tra i cittadini, qualcuno ha lanciato in queste ore una petizione, che come hanno dichiarato gli stessi iniziativisti si ispira alla bella presenza di un’amministratore apostolico della Svizzera romanda.

Come scrive il Corriere del Ticino (cdt) del 18 gennaio 2023 che da la notizia, «L’iniziativa non ha un carattere istituzionale, i proponenti agiscono cioè in nome proprio e non in rappresentanza di enti, associazioni o partiti. Una specificazione, quest’ultima, assolutamente necessaria, visti i nomi di chi sostiene la petizione: i deputati cantonali Maddalena Ermotti Lepori (Il Centro/PPD) e Giancarlo Seitz (Lega) e l’ex presidente dell’Azione Cattolica ticinese Luigi Maffezzoli».

Le prescrizioni dell’accordo siglato oltre 50 anni fa, dice Luigi Maffezzoli al Corriere del Ticino, «sono figlie di un periodo storico molto particolare. All’epoca, per far accettare l’autonomia della diocesi di Lugano, si concordò che il vescovo dovesse necessariamente essere cittadino ticinese, qualcosa però che oggi non ha senso: il clero non è più quello di una volta, la realtà ecclesiale del cantone è perfettamente integrata con quella svizzera. Noi siamo convinti che il Papa dovrebbe poter scegliere chi vuole».

«Da molto tempo si discute sulla limitazione alla nomina del vescovo di Lugano e sulla interpretazione di questa norma », commenta al Corriere del Ticino don Luigi Pessina. «Ben venga un chiarimento e una rivalutazione della stessa. Resta comunque nelle mani del Santo Padre di scegliere il nostro futuro vescovo. Nell’attesa, siamo lieti della presenza tra noi di monsignor de Raemy e di collaborare con lui».

Contattato anche da catt.ch, Luigi Maffezzoli ha affermato che la legge «limita la scelta alla cittadinanza ticinese e preclude la possibilità di scegliere, ad esempio, tra preti nati in Ticino ma non di cittadinanza ticinese o preti non nati in Ticino, ma incardinati in diocesi di Lugano da tempo, ma che non hanno, per ragioni diverse, la cittadinanza ticinese. Se a tutto questo si aggiunge il calo delle vocazioni locali, rispetto al 1968, in un territorio piccolo come il Ticino si capisce che siamo davanti ad una legge anacronistica». La petizione è disponibile sulla piattaforma change.org. «Le firme saranno raccolte anche in alcune località ticinesi», spiega ancora Maffezzoli. Termine ultimo indicato dagli iniziativisti è fine febbraio 2023.

La dichiarazione dell’Amministratore apostolico

In pomeriggio del 18 gennaio 2023 è arrivata dalla Curia la dichiarazione dell’Amministratore apostolico della Diocesi, mons. De Raemy. «L’Amministratore apostolico ha appreso dagli organi di stampa della notizia dell’avvio, da parte di alcuni privati cittadini, di una raccolta firme per chiedere la modifica del capoverso della convenzione del 1968 tra Confederazione e Santa Sede relativo alla cittadinanza ticinese del Vescovo diocesano. A questo proposito, pur rispettando la scelta degli iniziativisi, ritiene di non dover prendere una posizione in merito».

Comunicato stampa dei promotori

Dopo le varie dichiarazioni lasciate dai promotori dell’iniziativa a diversi mezzi di comunicazione ticinesi, gli stessi promotori nella serata del 19 gennaio hanno rilasciato il seguente comunicato:

«La raccolta di firme per sostenere l’appello indirizzato al Consigliere federale on. Ignazio Cassis e al Nunzio apostolico mons. Martin Krebs per una revisione della convenzione che prevede la nomina di un vescovo di Lugano esclusivamente di «cittadinanza ticinese», è iniziata attraverso la piattaforma change.org, e prosegue fino al 5 marzo 2023 con la compilazione di formulari cartacei che possono essere richiesti ai tre promotori dell’iniziativa. Chi volesse partecipare alla raccolta delle firme in parrocchia o collaborare ai tavolini in alcune piazze cittadine, può contattare Luigi Maffezzoli 079 620 9577; Maddalena Ermotti-Lepori 079 219 9240; Giancarlo Seitz 076 582 9034.

La convenzione del 1968 tra Santa Sede e Confederazione

La convenzione del 1968 tra la Santa Sede e la Confederazione elvetica per la diocesi di Lugano, stabilisce infatti che il vescovo di Lugano sia scelto tra i sacerdoti cittadini ticinesi. In tale convenzione venne stabilità l’autonomia della Diocesi di Lugano, fino ad allora sottoposta allo statuto di Amministrazione apostolica, sottoposta alla Diocesi di Basilea. Il canonista ticinese don Arturo Cattaneo, interpellato dalla RSI al Quotidiano del 18 gennaio 2023 ha osservato, da un lato la necessità espressa sia dal Concilio Vaticano II che dal codice di diritto canonico, che il Papa abbia libera scelta nella nomina di un vescovo, sia il fatto che sarebbe bene che fosse il nuovo vescovo di Lugano, scelto tra i ticinesi – secondo quindi l’attuale accordo in vigore- ad affrontare, nelle sedi appropriate, la richiesta del cambiamento di questa legge.

fonte: cdt/red

Lugano, 14 ottobre 2017 – Inizio della celebrazione liturgica della dedicazione dell' altare della Cattedrale | © Alessandro Crinari / Diocesi Lugano
18 Gennaio 2023 | 09:52
Tempo di lettura: ca. 3 min.
DiocesiLugano (108), ticino (906)
Condividere questo articolo!