Papa Francesco conclude oggi la sua visita di tre giorni in Armenia, prima tappa del suo viaggio tra le Repubbliche ex-sovietiche del Caucaso.
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Il 24 aprile 1915 più di 200 tra intellettuali, parlamentari, scrittori e giornalisti armeni furono prelevati dalle proprie case e deportati in un viaggio di morte.
Il viaggio in programma tra settembre e ottobre. Oltre a Georgia e Armenia, la statua passerà anche in Azerbaigian.
«Ogni passo è stato preparato da incontri e dialoghi che hanno consentito di stabilire legami profondi di stima e di amicizia che hanno reso più bello e più ricco, umanamente e spiritualmente, il rapporto diplomatico». Così, ieri, il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, durante la celebrazione eucaristica nel 25.mo delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Repubblica di Armenia.
Quello di Francesco in Armenia è stato un viaggio che ha affrontato tre fronti complessi e intrecciati: politico, ecumenico e interno ai pochi cattolici del luogo.