Internazionale

Mons. Tommasi sul fine vita: «Prendiamoci cura di ogni individuo. Non prevalgano solitudine e impotenza»

Con una accorata lettera di riflessione inviata venerdì mattina al parroco di Spinea (una delle parrocchie veneziane della diocesi di Treviso) e, attraverso di lui, alle parrocchie della città e alla diocesi tutta, che il vescovo di Treviso, monsignor Michele Tomasi, interviene sul recente caso di suicidio assistito di Elena, una donna italiana che, essendo malata terminale, ha scelto di morire in una clinica a Basilea. La vicenda di Elena ha di nuovo riaperto il dibattito sul fine vita in Italia.

«È sempre difficile prendere posizione su casi personali singoli, perché è quasi impossibile riconoscere i drammi, le fatiche le sofferenze legate a scelte, soprattutto se dolorose ed estreme. In questo caso a maggior ragione, non conoscendo, dei fatti, se non quanto riportato dai mezzi di comunicazione. Il primo moto è quello della preghiera, per tutte le persone coinvolte, per quanti stanno ora soffrendo, in un momento sicuramente impegnativo. Alla comunità diocesana tutta, alle parrocchie di Spinea in particolare, chiedo di continuare ad associarsi a questa preghiera».
«A tutti noi – continua mons. Tommasi – un invito ad assumerci le nostre responsabilità, affinché possiamo essere sempre di più testimoni e promotori di competenza, rigore scientifico e profonda umanità nel sistema delle cure rivolte alle persone che più soffrono, per quanti vivono le situazioni più vulnerabili dell’esistenza». «Persone singole, famiglie, comunità, istituzioni, tutti insieme continuiamo ad allearci affinché chi più soffre possa trovare accanto a sé presenze amiche e competenti, perché non prevalgano solitudine e impotenza, perché si possano continuare a offrire concretamente a tutti ragioni di speranza».
Mons. Tommasi sottolinea: «C’è tanto cammino da percorrere insieme, ci sono tante risorse da impiegare, c’è tanto coraggio e coinvolgimento personale da osare e da condividere, anche con coloro che formano e informano su temi di immensa rilevanza e responsabilità che toccano sensibilmente i confini dell’esistenza umana».
Il vescovo esorta: «Sosteniamo con amore la vita più fragile, accompagniamo con caparbietà chi ha bisogno di non essere abbandonato, prendiamoci cura di ogni vita. Il Signore Gesù, Crocifisso e Risorto ci sostiene sulla strada che Lui stesso ci apre e ci mostra: il dono pieno di sé apre a possibilità inedite, dona di sperare anche contro ogni speranza. E ogni dono d’amore riceve forza dalla presenza del Risorto. Preghiamo ed impegniamoci insieme, prendiamoci cura gli uni degli altri».

Don Angelo Visentin, parroco di Santa Bertilla e di Crea, domenica leggerà il messaggio del vescovo, che invita alla preghiera, alla vicinanza e all’alleanza nel sistema della cura, durante tutte le messe, insieme a don Riccardo Zanchin, parroco della comunità dei Santi Vito e Modesto. «Ringrazio il vescovo per queste parole – sottolinea don Angelo – e in particolare per l’invito, rivolto a ciascuno, alla preghiera e alla vicinanza nei confronti di chi soffre, all’accompagnamento e alla cura di ogni vita. Come comunità cristiana di Spinea vogliamo fare nostro questo appello».

5 Agosto 2022 | 16:49
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