Prof. Luigino Bruni
Ticino e Grigionitaliano

Luigino Bruni: «L'ambiente, un attore muto della crisi che il Papa ci invita a non calpestare»

di Corinne Zaugg

Il 4 ottobre, giorno dedicato alla memoria di San Francesco, il Papa ha pubblicato l’annunciata esortazione apostolica dedicata alla tutela del Creato. Una sorta di appendice, a otto anni di distanza, dell’enciclica Laudato si’. Ne abbiamo parlato con Luigino Bruni, studioso di economica civile e storico del pensiero economico con interessi per l’etica, la letteratura e gli studi biblici.

Professor Bruni, era necessario ritornare sui temi della tutela dell’ambiente e dell’ecologia integrale, a 8 anni di distanza?
La Laudato si’ fu un testo profetico perché annunciava, anzi denunciava, realtà che non erano ancora sufficientemente evidenti al grande pubblico, come lo sarebbero poi diventate negli anni successivi, con il lavoro di Greta, dei giovani, di tutti i movimenti ambientalisti ma anche con i fatti concreti che oggi sono sotto gli occhi di tutti. C’era ora, una domanda di ulteriori precisazioni e il Papa lo ha fatto soprattutto con uno sguardo rivolto alle vittime della crisi climatica.

Certo il momento in cui è uscita, non è stato dei migliori con l’attenzione dei media tutta focalizzata sul nuovo conflitto in atto…
Sì, assolutamente. Mentre la gente grida e si fa sentire, la terra è un attore muto delle crisi, che parla a secoli di distanza dall’evento, dalla ferita. Quindi, quando ci sono le emergenze, questo attore silente rimane silente e viene umiliato e calpestato. Pensiamo ad oggi. Già durante il Covid ci siamo dimenticati di nuovo di tutto ciò che avevamo conquistato per l’ambiente e siamo tornati indietro, in tante parti del mondo. Oggi, poi, sembra quasi un lusso fare un articolo sull’ambiente, con questa guerra in corso.

Lei parlava dello sguardo sulle vittime della crisi climatica. C’é qualche altro tema che emerge in modo particolare?
Il Papa torna sul tema della meritocrazia e del potere. Un potere che viene legittimato in quanto «meritato». La meritocrazia legittima le élite al governo, legittima lo status quo: «Noi siamo al potere perché siamo i meritevoli». Questo non riguarda solo il potere politico, ma anche quello economico. In fondo la meritocrazia è una legittimazione delle oligarchie: il governo dei pochi che si presenta come il governo dei migliori. «Se noi pensiamo che il potere sia meritato», scrive il Papa, «ci sentiamo onnipotenti e non vogliamo riconoscerne i limiti».

Oltre alla merito-crazia, c’è un altro atteggiamento che termina con il suffisso -crazia (potere) che infastidisce il Papa: la tecno-crazia.
Il Papa spesso parla di «tecnocrazia» del governo, e cioè dell’idea che non ci siano scelte etiche dietro alle nostre scelte quotidiane, ma soltanto scelte tecniche: quindi obbligate. Questo significa non giustificare le scelte che facciamo sulla base dei valori ma unicamente in base alla necessità.

La Laudate Deum non é piaciuta a tutti. Alcuni rimproverano anche al Papa di essere stato troppo «tecnico» e troppo poco «esortativo»…
Si vede che l’équipe che l’ha aiutato è un’équipe fatta più di esperti di ambiente e meno di teologi. Non credo che sia male in una Chiesa che produce molti testi teologici che ce ne sia ogni tanto qualcuno, che sia un po’ più laico.

Si è fatto un’idea di chi possa aver fatto parte di questa équipe?
Questa volta io non sono stato coinvolto (ride, n.d.r.) ma da quello che posso capire credo che abbia avuto un’équipe più sud-americana, che non nord-americana o europea. Si sente, infatti, forte la preoccupazione del Sud del mondo, su questi temi. Questa almeno è la mia percezione.

Prof. Luigino Bruni
23 Ottobre 2023 | 10:31
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