Lombardi: Navarro-Valls, maestro della comunicazione al servizio della Chiesa

Sulla figura di Joaquín Navarro-Valls, scomparso ieri all’età di 80 anni, si sofferma padre Federico Lombardi, oggi presidente della Fondazione Ratzinger-Benedetto XVI, chiamato a succedergli nel 2006 alla guida della Sala Stampa vaticana:

Ho conosciuto di persona il Dr Navarro-Valls quando sono venuto a lavorare in Vaticano come Direttore dei Programmi della Radio Vaticana all’inizio del 1991. Ho cominciato allora a seguire regolarmente l’attività della Sala Stampa come imprescindibile fonte di informazione e a partecipare a diversi viaggi di Giovanni Paolo II, inserendomi in quella originale comunità che è il «seguito papale», di cui ovviamente Navarro era un componente stabile e importante, ma anche piacevole, amichevole e cordiale.

Naturalmente lo conoscevo già per fama come il brillante e competente «portavoce» del Papa. Anche se questa non era la dizione ufficiale del suo compito – che sarebbe stata piuttosto «Direttore della Sala Stampa» – bisogna dire che nel suo caso era una denominazione del tutto appropriata.

Navarro infatti, come del resto ci ha spiegato più volte, fin dall’inizio era stato molto chiaro con chi lo aveva chiamato al nuovo servizio in Vaticano, facendo capire che riteneva assolutamente necessario poter avere – e avere effettivamente – un rapporto diretto con il Papa, in modo da conoscere con sicurezza e chiarezza il suo pensiero e la sua linea, e da potersi presentare al mondo della stampa e all’opinione pubblica come interprete autorevole di tale pensiero e non solo per sentito dire.

Non c’è dubbio che in tutto il lunghissimo servizio da lui svolto durante il pontificato di Giovanni Paolo II, dal 1984 alla morte nel 2005, sia stato effettivamente molto vicino al Papa, così da dover essere considerato una delle figure importanti di quel pontificato straordinario, non solo per la sua evidente visibilità pubblica, ma anche per il suo ruolo di intervento e di consiglio. Certamente Giovanni Paolo II ebbe grande fiducia in lui e tenne in gran conto il suo servizio.

Non per nulla egli fu anche inserito come membro effettivo in varie delegazioni della Santa Sede a Conferenze mondiali delle Nazioni Unite di particolare risonanza dove, grazie alla sua esperienza e capacità comunicativa, svolse effettivamente un ruolo di rilievo primario. Così pure ebbe varie volte anche un ruolo «diplomatico», ad esempio nella preparazione o nello svolgimento di viaggi di importanza storica, come quello del card. Casaroli in Russia nel 1988 o quello di Giovanni Paolo II a Cuba.

La sua intelligenza, eleganza e capacità di relazioni erano eminenti. A ciò si aggiungevano un’ottima conoscenza delle lingue e una vera genialità nel presentare notizie e contenuti informativi in forma brillante, attraente e concisa. Tutte doti che facevano di lui un personaggio ideale come punto di riferimento vaticano per gli operatori dell’informazione internazionale, ma anche per le relazioni – pubbliche, ma non solo – con molte personalità di grande rilievo e influenza nel mondo delle comunicazioni, della politica, degli affari.

La scelta del Dr Navarro come Direttore della Sala Stampa da parte di Giovanni Paolo II fu indubbiamente una scelta molto felice. A differenza dei suoi predecessori in quel compito si trattava di un laico – e già questo era in certo senso un messaggio – e di un laico professionalmente competente e apprezzato dai colleghi giornalisti (era già stato Presidente dell’Associazione Stampa estera di Roma). Allo stesso tempo come numerario dell’Opus Dei era una persona sulla cui dedizione e sul cui amore fedele alla Chiesa e al Papa si poteva davvero contare, per la disponibilità effettiva sia di tempo sia di cuore. La durata eccezionale del servizio del Dr Navarro come Direttore della Sala Stampa, la sua autorevolezza, l’efficienza e la qualità universalmente riconosciuta del suo lavoro, ci fanno spontaneamente pensare alla sua Direzione come un’epoca che rimarrà probabilmente unica nella storia della Sala Stampa e delle comunicazioni vaticane. Certamente, la dimensione della comunicazione e delle pubbliche relazioni nell’immenso pontificato di Giovanni Paolo II non può essere in alcun modo compresa prescindendo dall’opera e dalla personalità del Dr Navarro. E’ stato un servizio alla Chiesa di valore incalcolabile.

Personalmente sono stato sempre grato al Dr Navarro della cortesia e dell’attenzione nel corso dei quindici anni in cui abbiamo collaborato – direi sempre bene, serenamente e amichevolmente – con funzioni diverse nel campo delle comunicazioni vaticane. Lo ho sempre considerato un maestro nel modo di svolgere il suo servizio e non mi sarei mai immaginato di essere chiamato a succedergli. Era evidente che sotto molti punti di vista era per me del tutto inimitabile: a imitarlo non ci potevo e dovevo nemmeno provare. Nel contesto di un pontificato diverso ho quindi cercato di interpretare e svolgere il compito assegnatomi come meglio sapevo, ma conservando, per quanto mi era possibile, la sua preziosa eredità. Navarro è sempre rimasto per me un amico, un esempio di vita spirituale discreta, vera e profonda, pienamente integrata con il suo lavoro, un modello di dedizione al servizio del Papa e della Chiesa, un maestro nella comunicazione, anche se per me – come ho già detto, ma ripeto volentieri – inimitabile.

(Da Radio Vaticana)
Sulla figura di Joaquín Navarro-Valls, scomparso ieri all’età di 80 anni, si sofferma padre Federico Lombardi, oggi presidente della Fondazione Ratzinger-Benedetto XVI, chiamato a succedergli nel 2006 alla guida della Sala Stampa vaticana: Ho conosciuto di persona il Dr Navarro-Valls quando sono venuto a lavorare in Vaticano come Direttore dei Programmi della Radio Vaticana all’inizio del 1991. Ho cominciato allora a seguire regolarmente l’attività della Sala Stampa come imprescindibile fonte di informazione e a partecipare a diversi viaggi di Giovanni Paolo II, inserendomi in quella originale comunità che è il «seguito papale», di cui ovviamente Navarro era un componente stabile e importante, ma anche piacevole, amichevole e cordiale. Naturalmente lo conoscevo già per fama come il brillante e competente «portavoce» del Papa. Anche se questa non era la dizione ufficiale del suo compito – che sarebbe stata piuttosto «Direttore della Sala Stampa» – bisogna dire che nel suo caso era una denominazione del tutto appropriata. Navarro infatti, come del resto ci ha spiegato più volte, fin dall’inizio era stato molto chiaro con chi lo aveva chiamato al nuovo servizio in Vaticano, facendo capire che riteneva assolutamente necessario poter avere – e avere effettivamente – un rapporto diretto con il Papa, in modo da conoscere con sicurezza e chiarezza il suo pensiero e la sua linea, e da potersi presentare al mondo della stampa e all’opinione pubblica come interprete autorevole di tale pensiero e non solo per sentito dire. Non c’è dubbio che in tutto il lunghissimo servizio da lui svolto durante il pontificato di Giovanni Paolo II, dal 1984 alla morte nel 2005, sia stato effettivamente molto vicino al Papa, così da dover essere considerato una delle figure importanti di quel pontificato straordinario, non solo per la sua evidente visibilità pubblica, ma anche per il suo ruolo di intervento e di consiglio. Certamente Giovanni Paolo II ebbe grande fiducia in lui e tenne in gran conto il suo servizio. Non per nulla egli fu anche inserito come membro effettivo in varie delegazioni della Santa Sede a Conferenze mondiali delle Nazioni Unite di particolare risonanza dove, grazie alla sua esperienza e capacità comunicativa, svolse effettivamente un ruolo di rilievo primario. Così pure ebbe varie volte anche un ruolo «diplomatico», ad esempio nella preparazione o nello svolgimento di viaggi di importanza storica, come quello del card. Casaroli in Russia nel 1988 o quello di Giovanni Paolo II a Cuba. La sua intelligenza, eleganza e capacità di relazioni erano eminenti. A ciò si aggiungevano un’ottima conoscenza delle lingue e una vera genialità nel presentare notizie e contenuti informativi in forma brillante, attraente e concisa. Tutte doti che facevano di lui un personaggio ideale come punto di riferimento vaticano per gli operatori dell’informazione internazionale, ma anche per le relazioni – pubbliche, ma non solo – con molte personalità di grande rilievo e influenza nel mondo delle comunicazioni, della politica, degli affari. La scelta del Dr Navarro come Direttore della Sala Stampa da parte di Giovanni Paolo II fu indubbiamente una scelta molto felice. A differenza dei suoi predecessori in quel compito si trattava di un laico – e già questo era in certo senso un messaggio – e di un laico professionalmente competente e apprezzato dai colleghi giornalisti (era già stato Presidente dell’Associazione Stampa estera di Roma). Allo stesso tempo come numerario dell’Opus Dei era una persona sulla cui dedizione e sul cui amore fedele alla Chiesa e al Papa si poteva davvero contare, per la disponibilità effettiva sia di tempo sia di cuore. La durata eccezionale del servizio del Dr Navarro come Direttore della Sala Stampa, la sua autorevolezza, l’efficienza e la qualità universalmente riconosciuta del suo lavoro, ci fanno spontaneamente pensare alla sua Direzione come un’epoca che rimarrà probabilmente unica nella storia della Sala Stampa e delle comunicazioni vaticane. Certamente, la dimensione della comunicazione e delle pubbliche relazioni nell’immenso pontificato di Giovanni Paolo II non può essere in alcun modo compresa prescindendo dall’opera e dalla personalità del Dr Navarro. E’ stato un servizio alla Chiesa di valore incalcolabile. Personalmente sono stato sempre grato al Dr Navarro della cortesia e dell’attenzione nel corso dei quindici anni in cui abbiamo collaborato – direi sempre bene, serenamente e amichevolmente – con funzioni diverse nel campo delle comunicazioni vaticane. Lo ho sempre considerato un maestro nel modo di svolgere il suo servizio e non mi sarei mai immaginato di essere chiamato a succedergli. Era evidente che sotto molti punti di vista era per me del tutto inimitabile: a imitarlo non ci potevo e dovevo nemmeno provare. Nel contesto di un pontificato diverso ho quindi cercato di interpretare e svolgere il compito assegnatomi come meglio sapevo, ma conservando, per quanto mi era possibile, la sua preziosa eredità. Navarro è sempre rimasto per me un amico, un esempio di vita spirituale discreta, vera e profonda, pienamente integrata con il suo lavoro, un modello di dedizione al servizio del Papa e della Chiesa, un maestro nella comunicazione, anche se per me – come ho già detto, ma ripeto volentieri – inimitabile. (Da Radio Vaticana)

7 Luglio 2017 | 09:15
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