Svizzera

L'apprezzamento dell'abate di Einsiedeln per il Motu proprio del Papa sui ministeri femminili

«Nel 1972 – scrive Federer-  con la sua lettera «Ministeria quaedam», papa Paolo VI abolì i cosiddetti «ordini inferiori» e introdusse i ministeri del lettore e dell’accolito. Il compito del lettore doveva essere principalmente quello di leggere le letture nelle celebrazioni liturgiche, e il compito dell’accolito era quello di servire all’altare e di assistere nell’amministrazione dell’Eucaristia, sia nella celebrazione che nella comunione dei malati. Paolo VI sottolineava che questi ministeri erano ministeri laici e quindi non richiedevano l’ordinazione». La decisione dell’allora pontefice, scrive l’abate Federer, dipendeva dal fatto che Paolo VI vedeva questi ministeri come preposti all’ordinazione sacerdotale, limitandone quindi l’accesso  agli uomini. «Ora, circa 50 anni dopo, papa Francesco parte dal presupposto che questi ministeri della Parola e dell’altare si basano sul battesimo e dovrebbero quindi essere aperti a tutti i battezzati. È quindi logico che il Papa abbia eliminato questa restrizione e che in futuro a donne e uomini possano essere permanentemente affidati i ministeri del lettorato e dell’accolitato. In questo modo Francesco risponde alle richieste di molte parti della Chiesa universale, tra cui la nostra Commissione liturgica della Conferenza dei vescovi svizzeri», scrive Federer.

L’abate constata che dal lato pratico per la Chiesa in Svizzera, questo nuovo regolamento cambierà poco, perchè da anni uomini e donne nelle parrocchie elvetiche proclamano la Parola di Dio e si impegnano nel servizio liturgico, come ci sono donne e uomini che aiutano a distribuire l’Eucaristia a Messa o portando la comunione a casa dei malati. Tuttavia, questi compiti non rientravano nei termini specifici di «lettorato» e «accolitato». Quindi, questo nuovo regolamento del Papa – constata Federer – «cambierà poco nella prassi ecclesiale in Svizzera, tranne che per le modalità di ordinazione». Secondo l’abate però «la decisione di papa Francesco può contribuire ad un nuovo apprezzamento e riconoscimento di questi ministeri di laici impegnati a livello liturgico. Spero che questo incoraggi un maggior numero di uomini e donne a contribuire con i loro doni come battezzati a partecipare attivamente al servizio liturgico come lettori e accoliti». La celebrazione liturgica – conclude l’abate – non è infatti di esclusiva competenza del sacerdote, né degli altri ministri a tempo pieno, bensì di tutta la comunità in cui  è presente Cristo, nella diversità dei carismi e dei ministeri che partecipano al servizio divino.

15 Gennaio 2021 | 13:56
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