La tragedia di migranti e profughi- Come una grande Nazione dispersa

2015-04-25 L’Osservatore Romano

La strage in Mediterraneo è solo una parte della tragedia della mobilità forzata di migranti e profughi alla quale l’aumento dei conflitti e delle sperequazioni economiche dà ormai dimensioni mai raggiunte in passato. Lo ricorda l’alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr), pur sottolineando che proprio sulle sponde meridionali e orientali di questo mare si concentrano negli ultimi anni alcune delle crisi più gravi, da quella in Siria e in Iraq, a quella in Libia.

Sulle decisioni in merito adottate due giorni fa dall’Unione europea persistono perplessità dello stesso Unhcr, che pure ha definito «un importante primo passo» quello di triplicare i finanziamenti alla missione marittima europea Triton, subentrata da alcuni mesi a quella italiana Mare nostrum, ma con un diverso mandato, incentrato più sul controllo delle frontiere che sul salvataggio in mare.

Più in generale, l’alto commissario, António Guterres, ha ricordato ieri che sono cinquanta milioni, l’equivalente della popolazione di una grande Nazione, solo i profughi di guerra, ammonendo che «la comunità internazionale deve migliorare la capacità di prevenire tali guerre o purtroppo questo numero continuerà ad aumentare». E tutte le stime parlano di oltre duecento milioni di persone in movimento nel mondo dopo essere state costrette a lasciare le loro case.

27 Aprile 2015 | 12:00
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