I nostri missionari con i ragazzi di una scuola di Haiti
Ticino e Grigionitaliano

Il primo Natale da missionari dei coniugi ticinesi Pron ad Haiti, tra miseria e conflitti sociali

Sono ad Haiti da qualche giorno e lì hanno trascorso il loro primo Natale da missionari, Sebastiano e Maria Laura Pron, i due giovani coniugi ticinesi, insegnante lui, medico lei, volontari con un impegno di due anni nel progetto della diocesi di Lugano, coordinato dalla Conferenza missionaria della Svizzera italiana, ad Anse-à-Veau/Miragoâne, nell’isola caraibica.  Haiti è uno dei Paesi più poveri al mondo, oltre il 70% della popolazione guadagna meno di 2 dollari al giorno, si verificano ripetute catastrofi naturali e domina la corruzione. La situazione politica è instabile, la gente non ha di che vivere. Proteste in piazza e nelle strade si sono verificate, ad intermittenza, durante tutto il 2019, accentuandosi a fine agosto e continuando fine a fine novembre. Già da inizio anno ci sono stati dei tentativi di dialogo tra governo e opposizione, senza risultati. Si sono fatte sentire anche pressioni internazionali (USA, Unione Europea), che tuttavia non hanno sortito effetti positivi. Durante il mese di dicembre la situazione generale si è un po’ calmata, anche perché la povera gente è stanca e disillusa. Il clima è però di calma apparente; nuove svolte sono attese per metà gennaio. La Conferenza Episcopale Haitiana è, da tempo, impegnata in prima linea sia per favorire il dialogo che per sostenere il popolo e i più deboli. I vescovi dell’isola recentemente hanno scritto un messaggio, chiedendo ai politici delle risposte concrete.  Sebastiano e Maria Laura sono partiti comunque, nonostante queste tensioni, fiduciosi nella loro missione. Ad Haiti hanno trovato Francisco Fabres, che, assieme a Nicola Di Feo e a Nicole Agustoni (già rientrati in Ticino), ha iniziato il progetto nel 2017. 
 
Come siete stati accolti e cosa avete trovato ad Haiti?
«Abbiamo trovato soprattutto una calorosa accoglienza da parte dell’équipe con cui lavoreremo, della comunità dove abitiamo e di tante altre persone della Diocesi di Anse-à-Veau/Miragoâne. Molte persone ci hanno mostrato la loro riconoscenza per la scelta e la determinazione di partire, sapendo di arrivare in un paese ferito, che sta cercando di rimettersi in piedi dopo l’ennesima crisi vissuta negli scorsi mesi a causa del cosiddetto «pays lock», ovvero il blocco totale di qualsiasi attività statale, economica e di trasporti in tutto il paese, attuato come arma di protesta contro l’attuale governo. Questa protesta ha peggiorato la condizione della gente, soprattutto nelle campagne, da sempre abbandonate dallo Stato, ed ora in una situazione peggiore perché per 3 mesi – a causa della crisi generale – sono venuti a mancare servizi e trasporti e quindi il già misero guadagno di qualche gourdes (moneta locale) è sparito».
 
Questo è il vostro primo Natale da missionari. Come lo avete trascorso?  

 «Qui non si vedono decorazioni luccicanti e supermercati straboccanti, la gente semplicemente sopravvive e spera di poter mettere in tavola un piatto di riso e fagioli. Con alcune persone molto impegnate in parrocchia abbiamo visitato le famiglie più povere di questa zona rurale (comune di Paillant), portando qualche bene di prima necessità, che in questi ultimi mesi si è fatto sempre più raro trovare nei negozi». 
 
Come vi siete inseriti nel progetto educativo che è lo scopo della vostra presenza ad Haiti?  

 «La maggioranza delle scuole, dopo la chiusura forzata a causa della grave crisi sociale e politica, trascorsa l’Epifania riaprirà. Altre scuole, in zone più discoste dai centri cittadini e quindi più distanti dagli scenari delle proteste, hanno già riaperto ma hanno concesso agli allievi solo pochi giorni di vacanza per recuperare le lezioni perse. A gennaio 2020 potremo cominciare a pianificare l’attività con i professori per portare avanti il progetto educativo e allo stesso tempo, continuare a visitare e conoscere le strutture sanitarie del territorio, per capirne i bisogni e quindi valutare in che modo appoggiarle».

I missionari ticinesi hanno un blog in cooperazione con Caritas Ticino dal quale aggiornano costantemente sugli sviluppi del progetto ad Haiti.

Cristina Vonzun

I nostri missionari con i ragazzi di una scuola di Haiti
30 Dicembre 2019 | 11:00
Tempo di lettura: ca. 2 min.
DiocesiLugano (108), haiti (118), missione (221)
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