Pellegrini in preghiera a Taizé. (Foto di archivio)
Papa e Vaticano

Il Papa scrive ai giovani di Taizé: «Osate costruire un mondo diverso»

«Cari amici, viviamo in un mondo pieno di rumore dove i valori del silenzio e dell’ascolto sono soffocati. In questo contesto vi invito a riscoprire la dimensione profonda dell’ascolto. Ascoltare è un atto d’amore. È al centro della fiducia. Senza ascolto, poche cose possono crescere o svilupparsi. Ascoltare ti permette di dare all’altra persona lo spazio di cui ha bisogno per esistere». Papa Francesco — nel messaggio a firma del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, inviato ai partecipanti del 46.mo Incontro europeo organizzato dalla Comunità di Taizé, a Lubiana, in Slovenia — esorta i giovani, in una società dove «la violenza sta guadagnando sempre più terreno», in tempi difficili caratterizzati da conflitti e guerre, a «osare per costruire un mondo diverso, di ascolto, dialogo e apertura, per «mostrare altri sogni che questo mondo non offre, testimoniare la bellezza della generosità, del servizio, della purezza, della fortezza, del perdono, della fedeltà alla propria vocazione, della preghiera, della lotta per la giustizia e il bene comune, dell’amore per i poveri, dell’amicizia sociale» (Christus vivit, 36)». E poi, sul tema dell’incontro, Camminare insieme, il Pontefice spiega che ciò significa anche «sbarrare la strada all’emarginazione, alla chiusura, all’esclusione e al rifiuto di una categoria di persone». E invita i giovani a diventare «costruttori di ponti tra popoli, culture e religioni», a trasformare i sogni di amore, giustizia e pace in una realtà concreta, a vivere nel presente, a non sacrificare «la preziosa giovinezza sull’altare dei falsi piaceri e della superficialità».

Non ha mancato di inviare il suo saluto il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, che sottolinea «la tradizione spirituale della Comunità di Taizé che crea da più di quarant’anni, seguendo le orme del suo fondatore fratel Roger, uno spazio unico dove giovani di diverse confessioni cristiane e provenienti da tutta Europa possono camminare insieme in un pellegrinaggio di unità e di riconciliazione». Al centro di questo incontro «scoprirete la ricchezza delle nostre differenze e la forza della nostra unità nella fede». Cita poi san Basilio il Grande: «Senza la pace con tutti i popoli, per quanto è nelle mie possibilità, non posso dirmi degno servitore di Gesù Cristo». Perché la grande sfida dei cristiani è, specialmente oggi, «svolgere un ruolo significativo nella costruzione di un mondo migliore, di un’Europa esemplare guidata da un’etica ecumenica di solidarietà» e di pace. Nel suo messaggio, il primate della Comunione anglicana, arcivescovo Justin Welby, osserva come «i temi dell’ascolto, del viaggio, dell’essere con gli altri, del dimorare con Dio e con gli altri» siano «assolutamente centrali per ciò che le Chiese cristiane hanno da offrire al nostro mondo angosciato e sofferente». Il reverendo Jerry Pillay, segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, scrive che «in questi giorni difficili, in cui così tante persone sono a pezzi, soffrono e si disperano, qualcuno deve difendere la speranza»; l’auspicio è che «Lubiana sia per ognuno di voi la prossima tappa del vostro pellegrinaggio nella fede» dove trovare amicizia, «le gioie della comunità, la certezza della presenza amorevole di Dio e il coraggio di continuare a cercare l’autenticità nella vostra vita e la giustizia per tutta l’umanità»; perché «la vita va abbracciata con tutti i suoi pericoli e tutte le sue possibilità». Sul valore dell’ascolto è incentrato anche il saluto della pastora Anne Burghardt, segretaria generale della Federazione luterana mondiale, la quale lo definisce «un’avventura evangelica». L’ascolto «apre una strada in mezzo alla violenza e alla guerra che mettono gli esseri umani e le comunità gli uni contro gli altri; è un’espressione di fede che ci libera dalla morsa della cultura del successo e della prosperità, che imprigiona tante persone oggi». Messaggi sono stati inviati inoltre dal segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, e dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Sono almeno cinquemila i giovani di ogni confessione cristiana arrivati a Lubiana da tutta Europa per partecipare al tradizionale incontro di fine anno. La capitale slovena è stata scelta dai monaci di Taizé in quanto simbolo e ponte di dialogo tra oriente e occidente, tra nord e sud. Alcuni di essi, tra cui il nuovo priore, fratel Matthew, avevano già partecipato a uno storico incontro a Lubiana prima della caduta del Muro di Berlino, quando ancora gli spostamenti tra est e ovest erano difficili, nel 1987. Il 46° raduno europeo è il secondo che si svolge nel tragico contesto della guerra in Ucraina, da dove verranno comunque circa duecento giovani; prevista anche la presenza di ragazzi russi e bielorussi.

Filo conduttore dell’incontro europeo a Lubiana sarà la lettera per il 2024 scritta dal priore di Taizé, intitolata Camminare insieme. «Camminare insieme — afferma tra l’altro fratel Matthew — è la vita della Chiesa e della società. Ogni persona ha però bisogno di spazio per esprimere la propria creatività e le proprie idee. Ma tutto questo è dato per essere condiviso, per costruire la nostra vita insieme, nella Chiesa, nella famiglia umana. Le corde di una chitarra sono una accanto all’altra ma è quando vengono suonate insieme che producono un suono bellissimo».

Vatican News/red

Pellegrini in preghiera a Taizé. (Foto di archivio) | © catt.ch
29 Dicembre 2023 | 13:51
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