foto d'archivio papa con i giovani
Papa e Vaticano

Il Papa in dialogo su Disney+ con i giovani. Tra i temi aborto, fede, Chiesa, ruolo della donna, abusi, identità, sessualità e social media

Un confronto aperto e generoso, anche sui temi più complessi. È questo il tratto che emerge alla visione dello speciale targato Disney «Faccia a faccia con Papa Francesco» (»Amen: Francisco responde»), produzione firmata da Jordi Évole e Màrius Sanchez, sulla piattaforma Disney+ da mercoledì 5 aprile. È il racconto di un momento di condivisione, in un loft del quartiere Pigneto a Roma, tra Papa Francesco e dieci ragazzi di età compresa tra 20 e 25 anni, di fede cattolica, musulmana, distanti o atei; giovani che hanno posto domande sulla vita e le sue sfide: migranti, aborto, fede, Chiesa, ruolo della donna, abusi, identità, sessualità e social media.

«Faccia a faccia con Papa Francesco»

Un confronto aperto anche sui temi più complessi. È questo il tratto che emerge alla visione dello speciale targato Disney «Faccia a faccia con Papa Francesco» (»Amen: Francisco responde»). Lo speciale si apre con una carrellata di volti, tesa a presentare i giovani invitati a conversare con Francesco, ragazzi provenienti da Spagna, Argentina, Perù, Ecuador, Senegal, Stati Uniti e Colombia. 

All’inizio il Papa viene mostrato in Vaticano, presso la Domus Santa Marta: lì, sempre con il sorriso, lo sentiamo pronunciare le note parole «Sono ancora vivo». Lo vediamo spostarsi dalla sala ristoro all’ascensore, fin nel suo studio privato: uno spazio semplice, modesto nelle dimensioni, sovraccarico di libri. Arriva poi la chiamata per l’appuntamento e, al seguito di un addetto della sicurezza, il Papa si mette in auto scambiando battute cordiali, prossime, con l’accompagnatore, annullando la distanza tra i sedili. Giunto a destinazione, il Papa entra nella struttura scelta per l’incontro. Quando si trova al cospetto dei ragazzi si illumina: si sente a casa, un pastore tra la gente.

Le prime domande, migranti e aborto
Emozionati, i ragazzi iniziano a rompere le righe e a parlare in maniera diretta con il Pontefice. I primi quesiti riguardano il ruolo del Papa, se percepisce o meno uno stipendio, se dispone di un telefono, cosa fa se desidera comprare qualcosa. Poi il cambio di passo quando viene posto il tema dei migranti, domandandogli se ha sperimentato da bambino in Argentina forme di razzismo.Il Papa coglie l’occasione per rimettere al centro il valore dell’accoglienza e dell’integrazione nella società e nella Chiesa, attento a puntualizzare la differenza tra «usare» e «accogliere» le persone migranti.

Una giovane dell’America Latina, credente, richiama la propria prospettiva femminista nella Chiesa e domanda al Papa perché spesso le donne che decidono di abortire vengano escluse o condannate per tale scelta. Il Santo Padre, ascoltando con attenzione, ribadisce che Gesù accoglie tutti e che anche la donna che abortisce va accompagnata e non lasciata mai sola. Precisa però che dal punto di vista scientifico la pratica dell’aborto non trova in alcun modo giustificazione, perché significa uccidere una vita, trattandosi vita sin dal suo primo istante.

Fermezza contro la piaga degli abusi
Nel giro di domande prende poi la parola un giovane spagnolo, che racconta la propria esperienza all’interno di un collegio di un ordine religioso dove ha subito un abuso da parte di un sacerdote. Con sofferenza e commozione il ragazzo espone il suo caso, richiamando uno scambio epistolare intercorso tra il proprio genitore e lo stesso Pontefice, citando anche il ruolo della Congregazione della Dottrina della Fede.Papa Francesco, confortando la sua commozione, ribadisce con forza che per reati simili non esiste in alcun caso prescrizione nella Chiesa, che gli abusi sono reati destinati a non cadere mai in prescrizione.Esprimendo un vivo ringraziamento per coloro che trovano il coraggio di denunciare, il Papa evidenzia come per tali crimini da parte della Chiesa ci sia tolleranza zero. Riconoscendo di certo la difficile condizione delle vittime, che spesso sperimentano solitudine e abbandono, Papa Francesco invita a guardare anche il cammino buono della Chiesa, i provvedimenti presi e il lavoro fatto negli anni per affrontare il problema.

L’identità non-binaria e l’accoglienza nella Chiesa
Sul fronte dell’identità, delle tematiche Lgbtqia+, viene chiesto al Papa se conosce la condizione di chi si sente non-binario, fluido o transgender, e se ci sia spazio nella Chiesa per queste persone.Papa Francesco, senza alcuna esitazione, ricorda che tutti sono figli di Dio, che Dio è Padre e accoglie tutti. Ribadisce che la Chiesa non deve mai chiudere le porte a nessuno.Incalzato sempre sulla questione, con esempi di chi ricorre a parole cariche di ostilità verso persone Lgbtqia+, il Papa risponde che chi coltiva l’odio e l’intolleranza tra le fila della Chiesa è un «infiltrato» e non un vero cristiano.

La pornografia e la sessualità intesa come dono
Nel valzer di domande, tra timidi sorrisi e un velo di imbarazzo nei ragazzi, viene chiesto al Papa se conosce l’app/sito di incontri Tinder e che cosa pensi in generale della pornografia. A porre la domanda è una giovane donna, madre, che racconta la sua esperienza nell’uso dei social, dove per lavoro diffonde contenuti per adulti. Papa Francesco ascolta la sua storia allargando poi il campo della riflessione alla sessualità.Considerando infatti la pornografia degradante per la persona, sottolinea come la sessualità sia invece un dono, una cosa bella che Dio ha regalato all’uomo.Il sesso, ha precisato, ha una sua dinamica che si lega all’amore. Si avverte, ricorda il Papa, l’urgenza di una catechesi matura sulla sessualità.

Infine, la testimonianza di una giovane del Perù che passa in rassegna il suo percorso prima come suora poi di distanza dalla Chiesa, dalla fede, dichiarandosi oggi non credente. La giovane sottolinea nello specifico la questione della formazione, ricordando come nella Chiesa non esistano solo casi di abusi sessuali ma anche di abusi psicologici. Il Papa, sempre con estremo tatto, precisa con parole ferme il suo impegno contro ogni abuso di potere nella Chiesa.

Al termine dell’incontro Papa Francesco ringrazia i ragazzi per aver parlato con verità, rispettando il proprio carattere. Ricorda il valore del cammino della Chiesa, un cammino aperto a tutti, in quanto «fratelli tutti». Li saluta poi dicendo:

«Adelante, que la vida es linda!». Avanti, che la vita è bella!

Agensir/red

foto d'archivio papa con i giovani | © vaticanmedia
7 Aprile 2023 | 11:30
Tempo di lettura: ca. 4 min.
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