Migranti accolti a Rebbio (CO) nella parrocchia di don Giusto della Valle.
Ticino e Grigionitaliano

I conflitti sociali: sfida vitale dal dramma all’opportunità

di Cristina Vonzun 

Una delle questioni più dibattute oggi è quella dell’antropocene, cioè dell’impatto dell’azione dell’uomo sul pianeta terra. Di «Attività umane e conflitto sociale», tratta una conferenza indetta alla Facoltà di teologia (FTL) il 26 aprile cercando di guardare certamente ai problemi ma anche alle opportunità che offre il ripensamento del rapporto tra uomo e ambiente. Il prof. Markus Krienke, che dialogherà durante l’evento con il prof. Massimiliano Nisati, docente di Diritto pubblico e Diritto civile all’Uni Salesiana di Roma, ci introduce al pomeriggio di studio che cade alla vigilia di una giornata con l’abate Lepori che la FTL propone sabato 27 aprile alla memoria del fondatore dell’ateneo, mons. Corecco, vescovo che fissò nel motto della FTL proprio la centralità della dignità umana che si apre ad alti ideali.

Prof. Krienke, talvolta si sente dire che l’atteggiamento negativo dello sfruttamento ambientale da parte dell’uomo troverebbe una qualche sua origine ideologica laddove la tradizione biblica mette a tema il comando divino di «soggiogare la terra». È così?

Stupisce che questo fraintendimento sia ancora presente, cioè che il comando biblico «soggiogate la terra» autorizzi l’uomo a sfruttare il mondo fino alla devastazione. In realtà, già lo stesso racconto biblico, parla di affidamento della terra all’uomo: si «sottomette» nella forma in cui un giardiniere «sottomette» un giardino, quindi nel senso di cura, avvalendosi delle risorse della terra ma senza distruggerla, piuttosto «custodendola» come suggerisce un’altra pagina biblica. La custodia della terra è per altro intrinseca alla dinamica stessa della creazione: dire «creato » significa affermare che il mondo non è nostro, ma viene da Dio; quindi, la nostra responsabilità nella relazione con la terra è già integrata dentro un rapporto con Dio. Il prof. Nisati parlerà anche delle conseguenze distruttive dell’agire dell’uomo sulla natura e sull’umanità. Si comprende quindi l’urgenza del magistero sociale della Chiesa che chiede di prenderci cura della terra e di ripensare il nostro modello economico. Nisati affronterà il tema a partire dalla pandemia, evento che ha evidenziato ancora di più che l’uomo è parte di un tutto.

Oggi si interpreta la parola ambiente in senso olistico: ambiente sono le mie relazioni, sono io in relazione agli altri nella natura, le mie interazioni, anche la mia spiritualità. Cosa ci dice il magistero di questa visione?

Intesa come insieme di relazioni, la prospettivasull’ambientesistaccain realtà da una comprensione solamente naturalistica e si inserisce nella dimensione della salvezza di cui parla papa Francesco quando dice che «nessuno si salva da solo». Così la nuova sensibilità ambientale è l’occasione per riequilibrare tutti i nostri rapporti in una prospettiva religiosa, prospettiva però che non si identificaconl’ambiente.Perquesto il modo in cui i cristiani si impegnano per il creato dovrebbe essere diverso da quello di quei gruppi di ambientalisti che rappresentano l’ambiente come un nuovo assoluto. Per i cristiani, invece, l’ambiente è sempre unadimensionechestaall’interno di un rapporto, quello con gli altri, con Dio e con il creato.

Che differenza c’è allora tra dire «creato» e dire «ambiente»?

Il creato non si riduce all’ambiente. L’ambienteèdirenatura,creatoèvedere attraverso la natura il Creatore. Quindi è importante sempre avere presente il rimando ad «altro» per evitare di fare dell’ambiente semplicemente una realtà olistica e onnicomprensiva, perché facendo così si perde il rimando ad un oltre, che per i cristiani è Dio.

Riguardo al tema dei conflitti sociali e dell’attività umana, qual è la chiave di lettura dell’etica sociale cattolica?

I conflitti nascono sempre da squilibri, determinati gruppi o popoli sono esclusi da un accesso ai beni della terra che quindi non sono universalmente disponibili. Ci sono i conflitti sia nel Sud del mondo con i cambiamenti climatici che causano migrazioni, guerre per l’accesso alle risorse, sia da noi, dove queste situazioni comunque si fanno sentire e causano dibattiti relativi al cambiamento del modello economico o all’inclusione e all’esclusione. Il Papa, nell’Enciclica Laudato si’, dice che i conflitti ambientali non sono nient’altro che l’altra faccia della medaglia dei conflitti sociali: i conflitti sociali partono da un degrado dell’ambiente, il degrado ambientale rovina i nostri rapporti sociali. Ora, questa situazione dovrebbe essere l’occasione per trovare nuovi equilibri non solo riguardo al clima ma in generale nei confronti della nostra comprensione dell’umanità.

Venerdì 26 aprile la conferenza

Si terrà venerdì 26 aprile, dalle 16.30 alle 18.30, alla Facoltà di Teologia di Lugano, la conferenza dal titolo «Attività umane e conflitti sociali». Dialogheranno il prof. Massimiliano Nisati, Uni Salesiana di Roma, docente di Diritto pubblico e Diritto civile e il prof. Markus Krienke (Cattedra Rosmini, FTL, USI). Informazioni: tel. 058 666 45 55; mail laura.cianciarelli@ usi.ch; simone.saccomani@usi.ch

Migranti accolti a Rebbio (CO) nella parrocchia di don Giusto della Valle. | © catt
24 Aprile 2024 | 06:54
Tempo di lettura: ca. 3 min.
Condividere questo articolo!

En relation