Il Papa ad Assisi all'incontro Economy of Francesco
Ticino e Grigionitaliano

Fede e finanza nello sguardo del beato Marco da Montegallo

L’impatto che la Chiesa ha avuto sulla storia dell’economia è notevole: il movimento francescano, infatti, tra il tredicesimo e il sedicesimo secolo è riuscito a dare vita ad una forma di capitalismo in cui, grazie alle leggi di mercato, anche i poveri potessero beneficiare dei ricavi dei mercanti. Papa Francesco, nell’enciclica «fratelli Tutti», firmata il 3 ottobre 2020, ha detto infatti «la speculazione finanziaria con il guadagno facile come scopo fondamentale continua a fare strage».Proprio per riflettere sul tema della Charitas applicata all’economia, il Santo Padre ha organizzato il convegno, tra il 22 e il 24 settembre e tenutosi ad Assisi, intitolato «Economy of Francesco» a cui hanno partecipato 3000 persone, tra cui economisti, imprenditori e importanti leader della finanza mondiale. Se guardiamo al rapporto tra economia e il carisma francescano non possiamo non tornare al beato Marco da Montegallo (Ascoli Piceno, 1425- Vicenza, 1496).

Marco da Montegallo fu un frate che, per combattere l’usura, un fenomeno molto comune alla sua epoca, e le ingiustizie economiche, istituì una banca….in cui il denaro veniva prestato senza interessi. 

All’età di circa 27 anni, dopo essersi liberato da un matrimonio di convenienza imposto dal padre, entrò a far parte dell’ordine mendicante francescano dei Frati Minori.

I frati appartenenti a quest’ordine, sorto poco dopo la morte di San Francesco, erano caratterizzata da una vita più ritirata e da un più rigoroso controllo sull’uso dei beni e la loro missione era, appunto, cercare di colmare il divario sociale tra ricchi e poveri.

Una piaga particolarmente grave di quell’epoca, e contro cui la chiesa combatteva, era l’usura: lucrare sul bisogno delle persone, infatti, è contrario agli insegnamenti di Cristo. Nel vangelo di Luca 6, 35, è riportata una frase del discorso della Montagna pronunciata contro a chi presta chiedendo interessi. «Mutuum date, nihil inde sperantes» ( concedete prestiti senza sperarne nulla) è la frase attribuita a Gesù, e  che condanna appunto il fatto di lucrare su un prestito.

Secondo le fonti agiografiche, nel 1458 beato Marco da Montegallo, proprio per questo, costituì ad Ascoli il Monsmutuationis, un istituto di credito gratuito.  La principale attività della vita di questo beato fu la diffusione dei Monti di pietà, un modo per aiutare le persone ad accedere al denaro in modo etico e coerente col vangelo. In origine questi istituti di credito erano piccoli negozi che facevano prestiti in cambio di oggetti dati in pegno, ma che più tardi sarebbero diventati vere banche per il prestito di denaro a tassi di interesse nulli o bassissimi.

Dopo aver istituito, con il beato Domenico da Leonessa, il Monte di Ascoli Piceno  fondò da solo quelli di Fabriano (1470), Fano (1471), Arcevia (1483), Vicenza (1486) e, forse, anche quelli di Ancona, Camerino, Ripatransone e restaurò quello di Fermo.

Per erigere queste banche anche a Vicenza, Marco predicò con tale eloquenza che il denaro necessario fu raccolto in un giorno e l’ufficio fu costruito e reso operativo entro l’anno. La sua opera, finalizzata ad aiutare i poveri che avevano bisogno di prestiti di denaro, lo rese un esempio di carità in tutta Italia. Ancora oggi è importante, per chi opera in ambito finanziario, non perdere mai di vista gli insegnamenti del Vangelo e trarre ispirazione dalla vita di chi ci ha preceduto, indicandoci la via del vivere caritatevole. Come Beato da Montegallo.

Di Liliane Tami, broker finanzario

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23 Novembre 2022 | 06:20
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