Ticino e Grigionitaliano

«Famiglie in dialogo» con il vescovo Valerio: incontro online sabato 2 maggio alle 15

I genitori al lavoro da casa, i bambini che non possono andare a scuola, i nonni in isolamento per precauzione. Durante la pandemia, le famiglie hanno dovuto reinventare la vita quotidiana. Uno sforzo necessario ma non per questo meno impegnativo. Il vescovo di Lugano, monsignor Valerio Lazzeri, incontrerà proprio le famiglie ticinesi per dialogare sulle domande e le nuove sfide di questo tempo. Qui puoi rivedere l’incontro del due maggio.

Don Willy Volonté, delegato vescovile nella Commissione diocesana per la Pastorale della famiglia, spiega le ragioni dell’incontro: «Il virus ci ha intaccati un po’ tutti e ci ha costretti a farci tante domande. Ma le domande sorgono, almeno per noi cristiani, perché ci sono delle risposte: Gesù, il Risorto, ha riempito la vita umana rispondendo alle domande ultime e profonde del nostro cuore».

In apertura, il vescovo Valerio ha condiviso una riflessione. Poi è stata proposta una video testimonianza, quindi le famiglie hanno dialogato con monsignor Lazzeri.

Una riunione delle famiglie a Riva del Garda

«Dobbiamo ringraziare il vescovo», dice don Volonté, «perché utilizza tutti gli strumenti per rendersi prossimo alla gente in questo frangente doloroso». Le famiglie ticinesi stanno affrontando la pandemia con caparbietà: «Hanno dovuto ricostruire una nuova normalità», prosegue don Volonté, «mentre emergono preoccupazioni per le ripercussioni economiche e anche difficoltà oggettive di convivenza, penso soprattutto alle famiglie numerose con figli piccoli. Ma ciò che mi colpisce è soprattutto il coraggio con cui tante coppie, giovani e meno giovani, vivono questo tempo: un coraggio che è frutto anche di una visione cristiana della vita».

Don Willy Volonté

Sono state quattro domande di fondo a guidare il dialogo con il vescovo:

  • Quale novità di vita abbiamo scoperto in queste settimane?
  • Quali lati nascosti del cuore sono venuti in superficie, quasi costretti ad emergere in questa forzata solitudine? 
  • Che cosa è cambiato come stile di vita nella nostra famiglia, come priorità da custodire, nel rapporto tra sposi e con i figli, i nonni?
  • La nostra famiglia è diventata di più «Chiesa domestica»?

«È il Concilio Vaticano II», riflette ancora don Volonté, «a parlare di famiglia come «Chiesa domestica»: riscoprendo la preghiera in casa, nell’assenza momentanea delle messe e dei riti pubblici, stiamo forse facendo un passo avanti verso quella intuizione del Concilio». Un secondo aspetto di riflessione riguarda la figura del padre: «Questa situazione dà la possibilità di passare più tempo con i figli, un’occasione per esercitare fino in fondo il proprio ruolo educativo».

1 Maggio 2020 | 18:00
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