E dopo il Nobel per la pace, Nadia Murad incontra Papa Francesco

Il 10 dicembre ha ricevuto, a Oslo, il Premio Nobel per la pace 2018, insieme al ginecologo congolese Denis Mukwege. Dieci giorni dopo Nadia Murad, 25enne yazida attivista per i diritti umani, ha voluto recarsi di in visita da papa Francesco, per la seconda volta, dopo l’incontro avvenuto a maggio 2017 in piazza San Pietro. Il Pontefice ha accolto nel Palazzo apostolico, in udienza privata, la giovane e suo marito Abid Shamdeen, anche lui yazida e attivista per i diritti umani. La ragazza ha regalato al Papa la sua autobiografia L’ultima ragazza. Storia della mia prigionia e della mia battaglia contro l’Isis (Mondadori).

Nata nel 1993, la giovane yazida nel 2014 era stata resa schiava dai militanti dell’ISIS. Incredibilmente, a differenza di molte altre vittime, dopo tre mesi riesce a scappare; la maggior parte della sua stessa famiglia è stata sterminata dai militanti dello Stato islamico. Ora la giovane donna è portavoce di tutte le persone che si trovano nelle medesime condizioni.

Raccontare la tragedia del suo popolo

Nadia Murad aveva già potuto incontrare il Papa il 3 maggio dell’anno scorso, alla fine di un’udienza generale. In seguito, aveva lanciato un appello a Tv2000: «Chiedo a Papa Francesco un’udienza per raccontargli della tragedia del mio popolo, la mia storia personale e quella di centinaia di altri iracheni».

Oggi Nadia è una donna libera, sposata, come ambasciatrice delle Nazioni Unite si batte per denunciare gli orrendi crimini contro l’umanità che lei stessa, in parte, ha subito e per cui chiede giustizia. Giustizia non vendetta, perché i colpevoli compaiano di fronte alla Corte penale internazionale dell’Aia e vengano giudicati e condannati.

cath/vaticaninsider/red

22 Dicembre 2018 | 06:10
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