Diventa Venerabile Robert Schuman, padre dell’unità europea

Una materia prima, una lega ferrosa e l’intuizione politica di un politico la cui anima non coincide con la sagoma delle sue tasche. Con la combinazione di questi elementi si può costruire perfino l’unità di un continente ed è così che il politico con l’anima grande, Robert Schuman, getta le fondamenta dell’Europa unita: usando la materia prima del carbone e una lega ferrosa come l’acciaio. Sono le 16.00 del 9 maggio del ›50 quando l’allora ministro degli Esteri francese lancia l’idea che ribalterà in pochi mesi lo status quo: mettere la produzione franco-tedesca del carbone e dell’acciaio sotto una autorità sovranazionale aperta all’adesione di altri Stati. Lo scopo? Togliere dalle spalle dell’Europa postbellica il peso di una guerra economica inutile e sostituirla con il principio, molto più utile, che se le risorse si condividono tutti crescono e stanno meglio.

L’inizio del sogno

Quell’idea diventa un balsamo sulle cicatrici del Vecchio continente, che ha ancora nelle orecchie il rombo dei cannoni, e oggi la storia insegna che la «Comunità europea del carbone e dell’acciaio» che nasce nel ’51 è di fatto la prima pietra che porterà decenni dopo al sorgere dell’Ue. Ma da dove veniva quell’ingegno politico e soprattutto quell’anima di Schuman, ovvero l’esercizio delle «virtù eroiche» per cui oggi la Chiesa, con i Decreti approvati da Papa Francesco, lo riconosce Venerabile? Il futuro padre dell’Europa unita, classe 1886, avvocato di formazione, è un cristiano a maniche rimboccate. Poco più che 25.enne si impegna con l’infanzia più miserabile, quella che non ha nessuno e sopravvive di espedienti. Willibrord Benzler, che diventerà vescovo di Metz, lo vuole presidente della Federazione diocesana delle Associazioni giovanili cattoliche. Poi arriva il 1913, l’anno del 60.mo Katholikentag, il Congresso dei cattolici tedeschi, che in quell’anno si celebrava a Metz. Schuman viene coinvolto nell’organizzazione e in lui il sogno di un’Europa unita, fondata sulla solidarietà e a custodia di una pace mondiale, diventa un obiettivo della carriera politica che inizia nel 1919.

Il politico servitore

Fra le due guerre si occupa dell’integrazione legislativa di Alsazia e Lorena dopo l’annessione alla Francia e si spende con energia per difendere il Concordato con la Santa Sede e a difesa della giustizia sociale. Gli anni secondo conflitto mondiale sono molto duri – prima prigioniero della Gestapo, poi la fuga e anni di clandestinità – quindi di nuovo sugli scranni del parlamento e del governo francese – ministro delle Finanze, premier, agli Esteri – ma sempre con lo stile del servitore della cosa pubblica. Fino a quel 25 marzo 1957, la data del Trattato di Roma col sodalizio di Adenauer e De Gasperi e all’elezione per acclamazione come primo presidente del nuovo Parlamento Europeo. Dietro l’azione dell’uomo pubblico c’è l’interiorità dell’uomo che vive i sacramenti, che quando può si rifugia in un’abbazia, che riflette sulla Parola sacra prima di trovare la forma per le sue parole politiche.

Ascolta anche l’intervista a padre Bernard Ardura su Vatican News

(Vatican News)

22 Giugno 2021 | 15:57
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